"So in che Paese è Igor, so i nomi dei passaporti con cui va in giro, so chi glieli ha fatti e so chi lo ha aiutato a scappare da Ferrara".

Questa lettera, inviata ad agosto da un marocchino detenuto nel carcere di Biella e destinata ai carabinieri del comando provinciale di Ferrara, ha indirizzato gli inquirenti sulla pista spagnola, che poi con il tempo ha preso sempre più quota fino all'arresto di Norbert Feher, il killer e rapinatore serbo che ha terrorizzato il Ferrarese con rapine e omicidi prima di fuggire in Spagna.

A riportare la vicenda è Il Resto del Carlino.

I militari si sono recati immediatamente al carcere di Biella per parlare con il testimone: "Ho riconosciuto la foto al telegiornale, sono sicuro che sia la persona che state cercando. Voglio che venga fermato, che non uccida più", avrebbe detto il marocchino, che ha raccontato di aver conosciuto Feher a Marbella nel 2016, tramite M., un marocchino amico comune.

Tramite la moglie - che vive a Malaga - il detenuto sarebbe venuto a sapere che M., mentre mezza Italia dava la caccia al killer, è partito da Malaga ed è venuto in Italia: "Presumo per aiutare Igor a lasciare il Paese, M. fa anche documenti falsi".

Poi ha indirizzato gli inquirenti verso una zona in particolare della Spagna, quella in cui Igor è stato arrestato.

M. e il killer serbo erano legati dai più disparati traffici, di droga di oggetti da ricettare e di clandestini. Il testimone e l'amico M. avrebbero incontrato due volte Igor alla stazione di Bologna nel 2016: "M. comprava orologi di lusso, tipo Rolex, direttamente da Igor, e anche dell'oro".

(Unioneonline/L)

ECCO COME IGOR HA UCCISO IL BARISTA - IL VIDEO:

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