L’aver portato a termine una procedura di atterraggio ritenuta «altamente rischiosa» su un volo diretto in Sardegna è costata a un comandante di EasyJet il licenziamento. La vicenda risale al 2016 ma solo ora è stata resa nota dopo che la Corte di Cassazione ha dato ragione alla compagnia, la sentenza è stata pubblicata pochi giorni fa.

Tutto comincia quando, il 28 maggio 2016, l’Airbus partito da Malpensa con destinazione l’aeroporto di Olbia registra una serie di errori. Quando mancano 30 chilometri alla pista del Costa Smeralda, l’aereo si prepara per atterrare. Ai comandi c’è il primo ufficiale, che agisce sotto il controllo del comandante.

Secondo quanto ricostruito, al primo tentativo viene scelta «una scorciatoia», la quale «pone l’aereo a un’altezza incompatibile con l’atterraggio». Non solo. Quando di chilometri ne mancano 20, l’atterraggio in sicurezza non è più possibile perché l’Airbus è troppo veloce, ed è anche a un’altezza troppo elevata, circa 800 piedi più del dovuto. A quel punto l’equipaggio non corregge comunque la traiettoria ma anzi prosegue nella discesa. Nella sentenza si legge che il comandante e il primo ufficiale «dimostrano di non avere il controllo esatto dell’aeroplano».

In simili circostanze, ci si allontana e si riprova. Ma qui arriva il secondo errore: i piloti non proseguono verso il mare ma effettuano una curva in direzione delle colline. Manovra «rischiosa» per il forte vento e anche per la «traiettoria circolare troppo corta».

Ai comandi passa il comandante che comunica la cosiddetta “riattaccata”, cosa che «espone l’equipaggio al rischio di perdita di controllo» dell’aereo, anche se è un’operazione frequente se effettuata in sicurezza.

L’atterraggio avviene senza problemi, e i passeggeri non si accorgono di nulla. Questo non esime però il comandante dalle sue responsabilità, tanto da essere licenziato. Il primo ufficiale è stato invece sanzionato.

(Unioneonline/s.s.)

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