È morto a Milano Francesco Saverio Borrelli, aveva 89 anni.

Nato a Napoli, il suo nome è legato da sempre al pool di Mani Pulite, di cui era il capo.

Il magistrato è morto oggi nell'hospice dell'Istituto dei Tumori di Milano, dove era ricoverato da un paio di settimane.

Ha indossato la toga per 47 anni, quasi tutta la sua carriera in magistratura - cominciata nel 1955 - si è svolta nelle aule del Tribunale di Milano.

È entrato come giudice civile a Milano, nel palazzo dove il padre era la più alta carica. Poi è passato al penale, dove ha giudicato anche le Br. Negli anni sessanta è stato tra i fondatori della corrente Magistratura Democratica.

Nel 1988 ha assunto la guida della Procura meneghina, dove dal 1983 era procuratore aggiunto.

Poi è arrivata la notorietà. Con Mani Pulite, la maxi inchiesta che ha coordinato con il vice Gerardo D'Ambrosio e che ha terremotato la classe politica della Prima Repubblica.

Da Porcuratore Generale della Corte d'Appello è stato strenuo difensore dell'indipendenza della magistratura, negli anni di Berlusconi. Famoso il suo discorso del 2002, che si concludeva così: "Resistere, resistere, resistere. Come sulla linea del Piave".

È stato anche capo dell'ufficio indagini della Figc nel 2006, nominato dal commissario straordinario Guido Rossi dopo lo scandalo "Calciopoli".

Borrelli lascia la moglie Maria Laura e i figli Andrea e Federica.

''Era un capo che sapeva proteggere i suoi uomini, una persona che ha fatto la storia d'Italia''. Così Francesco Greco, a capo della procura di Milano e considerato l'allievo dell'ex magistrato che guidò il pool di Mani Pulite, lo ha voluto ricordare. La camera ardente sarà allestita lunedì in Tribunale a Milano.

Di tutt'altro avviso Bobo Craxi, figlio di Bettino, vittima numero uno di Mani Pulite: "Ebbe la funzione di guidare un sovvertimento istituzionale da parte di un corpo dello Stato nei confronti di un altro. Non è una mia opinione personale, i giuristi lo chiamano colpo di Stato".

(Unioneonline/L)
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