È stato trasferito nel carcere di Opera a Milano Alfredo Cospito, l’anarchico al 41 bis rinchiuso fino a ieri a Bancali. Da 104 giorni è in sciopero della fame per protestare contro il regime del carcere duro, ha perso 40 chili e le sue condizioni di salute sono in continuo peggioramento. 

Di qui la decisione di spostarlo in una struttura - il padiglione del Servizio assistenza intensificata – nella quale può essere curato: «La tutela della salute di ogni detenuto costituisce un'assoluta priorità», ha detto il ministro della Giustizia Carlo Nordio. Cospito però resta al 41 bis: nel comunicato diffuso dopo il consiglio dei ministri si spiega che «per la parte di propria competenza», il ministro Nordio «ritiene di non revocare il regime di cui all'articolo 41 bis», quello appunto del carcere duro.

L'istanza di rivedere la misura, avanzata dal legale di Cospito al Guardasigilli, sembra dunque destinata a non essere accolta, mentre c'è da attendere il 7 marzo per l'esame della Cassazione sul ricorso presentato dallo stesso avvocato. Intanto, spiega il legale Flavio Rossi Albertini, il suo assistito «non accetterà somministrazioni di cibo e continuerà sicuramente lo sciopero della fame». Cospito è già stato visitato dai medici del carcere milanese, che lo hanno trovato tranquillo. E, al momento, hanno giudicato le sue condizioni di salute non incompatibili con il regime carcerario al quale è sottoposto.

«Lo Stato non si fa intimidire da chi pensa di minacciare i suoi funzionari», ha ribadito la premier Giorgia Meloni facendo riferimento ai diversi episodi non solo in Italia ma anche all’estero (Atene, Berlino e Barcellona) riconducibili alla sfera anarchica. Gli ultimi in ordine di tempo: nella notte tra domenica e lunedì a Milano due auto della polizia locale sono state incendiate con molotov, mentre a Roma stessa sorte è toccata a cinque auto della Tim.
Attorno alla figura di Cospito si è coagulato il mondo legato alla Federazione anarchica informale con i suoi consolidati legami con militanti di Paesi come Germania, Francia, Spagna, Grecia, Cile. Ma c'è anche la saldatura di anime diverse dell'antagonismo. È una minaccia «che non sottovalutiamo», ha detto il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi. Giovedì si riunirà al Viminale il Comitato di analisi strategica antiterrorismo per esaminare il quadro. Forze di polizia e 007 hanno messo in guardia dal rischio di un salto di qualità delle azioni - al momento perlopiù di carattere dimostrativo - in parallelo con la vicenda carceraria del detenuto.

Dall'opposizione intanto in tanti hanno chiesto una revisione della pena, contestando la linea dura del governo. Per il senatore del Pd, Carlo Cottarelli, togliere il 41 bis non è «cedere di fronte al ricatto, cosa sempre sbagliata, ma riconoscere un errore». Il suo compagno di partito ed ex ministro della Giustizia, Andrea Orlando, nota che se Cospito morisse in carcere diventerebbe un «martire», rafforzando gli anarchici. Secondo la senatrice Ilaria Cucchi (Ivs) Cospito «non è un boss mafioso e non ha ucciso nessuno. Costringerlo all'ergastolo ostativo del regime 41 bis è stata una palese forzatura ed un errore colossale». Il Garante dei detenuti, Mauro Palma, da parte sua, invita a domandarsi se per l'anarchico «serva il 41 bis o se per esempio non possa bastare una censura rispetto ad eventuali scritti o forme di comunicazione». 

(Unioneonline/D)

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