"Lo Stato non scende a patti con chi minaccia", assicura il governo dopo i numerosi episodi di mobilitazione da parte degli anarchici in sostegno al caso di Alfredo Cospito, il 55enne detenuto al 41 bis al carcere sassarese di Bancali.

Si sono susseguiti attentati, come quelli contro le sedi diplomatiche, o le molotov contro un commissariato di polizia, i disordini di piazza. Ma Palazzo Chigi non si piega e sbarra la strada all’ipotesi di clemenza: "Azioni del genere - assicura la Presidenza del Consiglio - non intimidiranno le istituzioni. Tanto meno se l'obiettivo è quello di far allentare il regime detentivo più duro per i responsabili di atti terroristici".

L’avvocato di Cospito, Flavio Rossi Albertini, non ci sta: «Qui non si discute se cedere alle pressioni ma se ricorrono le condizioni per mantenere il mio assistito al 41 bis».

Ieri, davanti a Bancali, si è svolto un presidio al quale hanno preso parte circa 70 persone. Chiedevano la fine del carcere duro e hanno utilizzato un impianto stereo per diffondere musica a tutto volume: «Perché Alfredo senta che siamo qui per lui». E hanno anche annunciato lo sciopero della fame a staffetta in segno di vicinanza.  

Intanto l’anarchico ha superato i 100 giorni di sciopero della fame, ha perso 40 chili e qualche giorno fa è caduto nella doccia e si è fratturato il setto nasale. Le sue condizioni di salute, ha detto il Garante nazionale per le persone private della libertà, Mauro Palma, sono «in progressivo deterioramento». Ecco perché la richiesta di trasferirlo rapidamente in un altro istituto dotato di una struttura «in grado di garantire un immediato intervento» sanitario se la situazione dovesse peggiorare.

Il legale del 55enne ha presentato un ricorso in Cassazione contro la decisione del Tribunale di Sorveglianza di Roma che ha respinto un reclamo contro l'applicazione del 41 bis per 4 anni. L'udienza sul caso è stata anticipata al 7 marzo per l'anarchico che sta scontando condanne per la gambizzazione nel 2012 del dirigente di Ansaldo Nucleare, Roberto Adinolfi e per l'attentato del 2006 alla Scuola allievi Carabinieri di Fossano. Il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, nelle prossime ore in commissione Giustizia della Camera risponderà alle interrogazioni parlamentari sul caso.

(Unioneonline/s.s.)

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