Traffico di influenze illecite e turbativa d'asta. Questi i reati per i quali Tiziano Renzi, padre dell'ex presidente del Consiglio, Matteo, potrebbe finire sotto processo a Roma nell'ambito di uno dei filoni della maxi-indagine della Procura sulla vicenda Consip.

I pm di piazzale Clodio hanno infatti notificato a Renzi senior e a altre dieci persone la citazione della conclusione delle indagini, atto che di norma precede la richiesta di rinvio a giudizio.

Nel procedimento sono coinvolti anche gli ex parlamentari del centrodestra, Denis Verdini, Italo Bocchino e Ignazio Abbrignani. La vicenda, che risale al biennio 2014 al 2016, ruota quasi esclusivamente su presunti illeciti intorno all'appalto FM4 indetto da Consip.

A Verdini vengono contestati i reati di turbativa d'asta e concussione, mentre a Bocchino il sostituto procuratore Mario Palazzi contesta il traffico di influenze illecite, la turbativa d'asta e reati tributari.

La nuova tranche di indagine è legata alla decisione del gip Gaspare Sturzo che nel febbraio scorso aveva parzialmente respinto la richiesta di archiviazione avanzata dalla Procura chiedendo per gli indagati un supplemento di accertamenti e sollecitato, contestualmente, l'iscrizione nel registro di Verdini e di altre due posizioni.

L'atto di chiusura delle indagini è stato notificato anche per gli imprenditori Carlo Russo, accusato di turbativa d'asta ed estorsione ed Alfredo Romeo per traffico di influenze illecite, corruzione e turbativa d'asta. Rischiano di finire sotto processo anche l'ex ad di Grandi stazioni Silvio Gizzi per turbativa d'asta e l'ex ad di Consip Domenico Casalino per traffico di influenze illecite e turbativa d'asta, il dirigente Francesco Licci per traffico di influenze illecite, l'ex parlamentare Ignazio Abbrignani per turbativa d'asta e concussione e l'imprenditore Ezio Bigotti per concussione e turbativa d'asta.

Le accuse a Renzi senior riguardano il ruolo svolto nell'appoggiare l'attività dell'imprenditore Russo. Secondo i capi di imputazione Russo, agendo in accordo con Tiziano Renzi e "sfruttando relazioni esistenti con l'allora amministratore delegato di Consip, Luigi Marroni" avrebbe istigato quest'ultimo "al compimento di atti contrari al proprio ufficio" e "consistenti nell'intervenire sulla commissione aggiudicatrice della gara FM4".

In particolare l'attività illecita sarebbe stata compiuta sul presidente della commissione aggiudicatrice Francesco Licci, "anche per il tramite di Domenico Casalino", per "facilitare la Romeo Gestioni, partecipante alla FM4, mediante l'innalzamento del punteggio tecnico nella fase di valutazione tecnica dei progetti".

Inoltre Russo, in base al capo di accusa, "si faceva dare da Alfredo Romeo, che agiva in accordo con Italo Bocchino, utilità consistite nella stipula di un contratto di lavoro" a favore della cognata, "e numerose ospitalità negli hotel di proprietà del gruppo Romeo, nonché si faceva promettere denaro in nero per sé e per Tiziano Renzi" e "promettere la stipula di un contratto di consulenza".

(Unioneonline/F)
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