Cesare Battisti – ex terrorista dei Proletari Armati per il Comunismo condannato all'ergastolo – ha presentato un reclamo al Tribunale di Sorveglianza di Reggio Emilia in cui sostiene di essere stato vittima di «un'aggressione fisica e verbale» da parte di alcuni agenti della polizia penitenziaria del carcere di Parma, dove è attualmente detenuto. Gli agenti si sarebbero inoltre resi responsabili del «danneggiamento di oggetti personali, tra cui il computer», il tutto «nel disegno di un'accanita persecuzione» nei suoi confronti.

Nella denuncia, datata 7 marzo, Battisti racconta che il 2 marzo «alle 8 del mattino un assistente capo in servizio con aria spavalda e fare minaccioso, supportato da un nugolo di agenti dalle impressionanti prestanze fisiche faceva irruzione nella mia cella con la manifesta volontà di voler provocare reazioni inconsulte, aggredendo verbalmente e fisicamente il sottoscritto». Sostiene di avere subito «un trattamento selvaggio» e che non sarebbe stata rispettata la sua privacy «nemmeno quando vado in bagno». L’ex militante dei Pac spiega di aver sentito poi un «colpo al cuore», dopo essersi accorto che il suo pc aveva subito «gravi danni». «Un trauma» per lui che considera il computer «strumento di lavoro» in quanto scrittore, ma anche «l'unico mezzo per mantenere un equilibrio psichico in circostanze tanto avverse».

Per questo Battisti chiede al Tribunale di accertare eventuali ipotesi di reato e di intervenire «per un ritorno alla legalità, tesa a garantire i diritti inviolabili dell'uomo».

(Unioneonline/F)

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