Riconoscimento dello ius soli per i figli dei migranti nati e cresciuti in Italia da inserire nelle norme che regolano il diritto di cittadinanza e quoziente familiare da inserire nel sistema fiscale: sono due interventi specifici richiesti al governo e al Parlamento dal cardinale Gualtiero Bassetti, presidente della Cei, nel discorso con cui ha aperto il consiglio permanente della Conferenza Episcopale italiana.

L'arcivescovo di Perugia ha sottolineato l'importanza dell'approvazione di una legge sullo Ius Soli, ora ferma in Parlamento: "La costruzione di un processo di integrazione dei migranti passa anche attraverso il riconoscimento di una nuova cittadinanza, che favorisca la promozione della persona umana e la partecipazione alla vita pubblica di quegli uomini e donne che sono nati in Italia, che parlano la nostra lingua e che assumono la nostra memoria storica, con i valori che essa porta con sé".

SGRAVI FISCALI PER LE FAMIGLIE E OCCUPAZIONE - Identica attenzione è stata dedicata da Bassetti alla questione della famiglia con particolare riferimento agli sgravi fiscali: "Chiediamo con forza alle istituzioni, a partire dalla prossima Conferenza nazionale per la famiglia, di elaborare politiche innovative e concrete, che riconoscano soprattutto il 'fattore familiare' nel sistema fiscale italiano", afferma Bassetti.

Per l'arcivescovo si tratta di "una misura giusta e urgente, non più rinviabile, per tutte le famiglie, in particolare quelle numerose; una misura di cui avvertiamo l'assoluta importanza non solo perché avrebbe dei benefici sui redditi familiari ma perché potrebbe avere degli effetti positivi su un tema cruciale per il futuro della nazione: quello della natalità".

Al centro dell'intervento di Bassetti anche occupazione giovanile e crescita economica.

"Oggi il lavoro è senza dubbio la priorità più importante per il Paese e la disoccupazione giovanile è la grande emergenza", ha detto.

"Nonostante in Italia ci siano piccoli segnali di ripresa per l'economia - riconosce l'arcivescovo di Perugia - non posso non essere preoccupato di fronte agli 8 milioni di poveri descritti dall'Istat, la metà dei quali non ha di cosa vivere: sono giovani, sono donne, sono coppie e sono cinquantenni che hanno perso il lavoro e che sono stati scartati dal sistema economico".

Per Bassetti, "una società a misura d'uomo si giudica dall'attenzione che riserva alla dignità del lavoro, equamente retribuito, accessibile a tutti. Non è sufficiente evocare il problema del lavoro, ma è necessario anche provare a discernere proposte e vie percorribili. Sono almeno tre le strade che, a nostro avviso, vanno percorse e su cui invitiamo le istituzioni a guardare con decisione: il lavoro e il Mezzogiorno d'Italia; il lavoro e la famiglia; il lavoro e i giovani".

(Redazione Online/F)

IL MINISTRO FEDELI CANTA PER LO IUS SOLI:

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