I commissari straordinari inviati dal ministero dell'Interno a Castelvetrano - dopo lo scioglimento del Comune per infiltrazione mafiosa - hanno scoperto che nel centro in provincia di Trapani, noto anche come il luogo di origine del latitante Matteo Messina Denaro, quasi nessuno paga le tasse.

Il livello di evasione è altissimo e il "buco" nei bilanci è di 42 milioni di euro: le cifre non riscosse si riferiscono a imposte su immobili, rifiuti, ma anche servizio idrico.

Le ingiunzioni di pagamento, in sostanza, andavano in prescrizione dopo cinque anni: "A volte tornavano indietro - ha spiegato Salvatore Caccamo, il presidente della Commissione straordinaria che amministra il Comune - perché il destinatario risultava sconosciuto oppure non identificabile con certezza. E per gli stessi motivi la riscossione coattiva non ha funzionato".

Negli ultimi cinque anni, ha concluso Caccamo, "la mancata riscossione è stata pari al 65 per cento".

(Unioneonline/s.s.)
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