Torna in aula davanti ai giudici della corte di appello di Brescia Massimo Bossetti, condannato in primo grado all'ergastolo per l'omicidio di Yara Gambirasio avvenuto nel novembre del 2010.

Oggi la parola passa ai legali dell'imputato, Claudio Salvagni e Paolo Camporini, che dovranno fornire elementi per provare l'innocenza del loro assistito.

In particolare, gli avvocati di Bossetti tornano a chiedere una nuova perizia sul Dna.

LA QUESTIONE DEL DNA - La traccia mista trovata sugli slip e sui leggings della 13enne scomparsa da Brembate di Sopra (Bergamo) appartiene alla vittima e a "Ignoto 1", identificato nel processo di primo grado con l'imputato.

Secondo la difesa, però, in quella traccia il Dna mitocondriale (che indica la linea materna) non corrisponderebbe a quello di Bossetti.

Un "mezzo Dna contaminato" (sarebbero 71 i risultati attribuibili a Bossetti, su 101: "E gli altri 30?") la cui custodia e conservazione "sono il tallone d'Achille" di un processo "indiziario": questa la tesi dei difensori.

"Se permangono dei dubbi - hanno detto i legali alla corte - dovete assolvere".

IL NO DEI GIUDICI AL VIDEO - La proposta dei legali di far partire delle slide e dei video per "catturare l'attenzione" è stata subito respinta dai giudici.

"Non ci lasciamo suggestionare, toglieteli - ha detto il presidente della Corte d'appello d'Assise di Brescia, Enrico Fischetti -. Facciamo venti processi all'anno su omicidi anche gravi, e nessuno ci ha mai proposto video".

I LEGALI DEI GAMBIRASIO - Conferma dell'ergastolo, questa la richiesta del legale della famiglia Gambirasio, Andrea Pezzotta.

"Yara era un povero fagottino nero sotto la pioggia, preda perfetta per chi ha pulsioni insane: il comportamento di Bossetti è di natura sadica, riconducibile a una devianza sessuale".

Ad assistere all’udienza, nell’aula del tribunale, ci sono anche la moglie del carpentiere di Mapello, Marita Comi, la madre Ester Arzuffi e la sorella Laura Bossetti.

Una settimana fa, nella prima udienza del processo di appello, il pg Marco Martani aveva chiesto per l'imputato la conferma dell’ergastolo.

(Redazione Online/F)

LA SENTENZA DI PRIMO GRADO - IL VIDEO:

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