La morte di Serena Mollicone «non è stata immediata, la sua agonia è durata da una a dieci ore e quindi poteva essere salvata».

Lo afferma la consulente della Procura, Cristina Cattaneo dell'Università di medicina legale di Milano, nell'ambito del processo di appello in corso davanti ai giudici della corte d'Assise d'Appello di Roma per l'omicidio della 18enne di Arce, centro in provincia di Frosinone, trovata morta il 3 giugno 2001 nel bosco dell’Anitrella.

Imputati, tutti assolti in primo grado per accuse che vanno a seconda delle posizioni dall'omicidio al favoreggiamento, sono Franco Mottola, ex comandante della stazione dei carabinieri di Arce, il figlio Marco e la moglie Anna Maria. E ancora: i carabinieri Francesco Suprano e Vincenzo Quatrale, quest'ultimo per l'istigazione al suicidio di Santino Tuzi, morto suicida.

Secondo la consulente, Mollicone è deceduta «tra le 13.30 e le 20 del primo giugno di 22 anni fa. Ha avuto un trauma cranico senza sanguinamento - ha aggiunto Cattaneo -. Un colpo moderato al cranio ed è morta lentamente per asfissia».

La consulente ha aggiunto che il cranio della giovane è «compatibile con il buco trovato nella porta della foresteria della caserma dei carabinieri di Arce. La testa ha impattato con l'arcata zigomatica».

(Unioneonline/D)

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