Il marò Massimiliano Latorre fa causa allo Stato e chiede un maxi-risarcimento milionario per averlo fatto tornare in India dove rischiava la pena di morte.

Lo rivela il Fatto Quotidiano: il luogotenente - rimasto in carcere nel Kerala per 106 giorni insieme con il collega Salvatore Girone - chiede un risarcimento per non aver potuto fare carriera, mettere su famiglia e per diversi altri motivi.

A difendere il militare, tuttora in Marina, sono gli avvocati Fabio Anselmo, già legale della famiglia Cucchi, e Silvia Galeone. Per il momento, rivela il Fatto Quotidiano, è in corso all'Ordine degli avvocati di Roma la mediazione che precede obbligatoriamente le cause civili. Ma presto potrebbe arrivare anche un'altra causa, da parte dell'altro marò Girone.

"Abbiamo scritto una lettera alla Marina chiedendo di riparare al sacrificio patito da Girone, con toni amichevoli - spiega il suo avvocato, Enrico Loasses -, ma è arrivata una risposta negativa di una sola riga. Ora stiamo valutando".

Il caso dei due marò risale al 2012: i due fucilieri di marina italiani erano a bordo della petroliera battente bandiera italiana Enrica Lexie al largo della costa del Kerala (Stato dell'India sud-occidentale) come nuclei militari di protezione quando, convinti di trovarsi sotto attacco pirata, spararono in direzione del peschereccio indiano St. Antony. Morirono due pescatori indiani, Ajeesh Pink, di 20 anni, e Valentine Jelastine, di 44 anni.

Il 31 gennaio 2022 Latorre e Girone sono stati assolti dal gip di Roma poiché la loro condotta è stata ritenuta consona a "una situazione tale da far pensare a un attacco di pirati".

(Unioneonline/D)

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