Era in casa di un amico a Milano Cecilia Marogna, ormai ribattezzata la "dama" del cardinale Angelo Becciu, quando la Guardia di Finanza l'ha raggiunta e arrestata eseguendo stasera un mandato di cattura internazionale tramite Interpol.

L'accusa nei suoi confronti è peculato per distrazione di beni. La donna, che compare nell'indagine sull'ex numero 2 della segreteria di Stato Vaticana, sarà estradata e messa a disposizione dell'autorità giudiziaria vaticana.

Trentanove anni, di Sorso ma residente tra Cagliari, Roma e la Slovenia dove ha una società che si occupa di "missioni umanitarie", esperta di relazioni diplomatiche internazionali, finora ha ammesso di avere un rapporto di collaborazione professionale con il cardinale, smentendo categoricamente di essere la sua amante: "Ma per favore, è ridicolo".

La loro collaborazione, ha spiegato, è nata da una mail nel 2015: "Gli mandai una mail rappresentando la situazione nel Nordafrica, di cui sono esperta, e i problemi di sicurezza legati al terrorismo per le Nunziature e per le Missioni vaticane". Becciu decise "di affidarmi l'incarico da cinquecentomila euro, spese a mio carico, in quattro anni. Non mi è rimasto quasi nulla: mi sono presa solo lo stipendio, giro con una Toyota vecchia di otto anni e vivo in affitto".

E' su quei bonifici da mezzo milione di euro ricevuti in diverse tranche fra il dicembre 2018 e il luglio dello scorso anno sul conto corrente della Logsic (la società slovena di cui risulta amministratrice) che ora è chiamata a rispondere: la metà dei soldi, secondo le accuse, non sarebbe finita in operazioni umanitarie in Asia e Africa ma nell'acquisto di borsette, cosmetici e altri beni di lusso.

(Unioneonline/D)
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