Sull'attacco hacker contro la Regione Lazio ora si muovono anche i pm antiterrorismo.

L'obiettivo da parte della Procura è quello di capire chi e in che modo si sia introdotto all'interno dei server regionali, bloccando di fatto gran parte dei dati presenti nel Centro Elaborazione Dati.

Gli esperti della Regione, proprio la notte scorsa, sono riusciti a respingere l'ennesimo tentativo di accesso da parte degli hacker.

Un fatto estremamente grave: il ministro dell'Interno, Luciana Lamorgese, ha riferito al Copasir che il fenomeno dei cyber-attacchi è sempre più in crescita e che, quindi, c'è la "necessità di agire con urgenza per elevare il livello di sicurezza".

Intanto l'assessore regionale alla Sanità, Alessio D'Amato, ha fatto sapere che "entro 72 ore" torneranno disponibili le prenotazioni dei vaccini, settore maggiormente preso di mira dai criminali.

Nessun problema anche per i Green Pass, che saranno inviati dal ministero della Sanità con "le consuete modalità", salvo qualche ritardo, al massimo di 12 ore.

Sul tavolo dei magistrati che stanno indagando è già arrivata una prima informativa della Polizia Postale, nella quale si cerca di fare il punto della situazione.

Secondo le prime informazioni, sembra che la “porta” utilizzata dagli hacker per introdursi nel sistema sia stato il pc di un dipendente in smart working, come ha confermato lo stesso D'Amato.

Quello che più preoccupa, però, è la situazione dei dati di backup che, stando sempre alle parole dell'assessore, sarebbero stati criptati anche loro, rendendo di fatto difficile, se non impossibile, il recupero.

Nel fascicolo avviato dalla Procura di Roma vengono contestati diversi reati, tra cui accesso abusivo a sistema informatico e tentata estorsione con l'aggravante delle finalità di terrorismo.

Una delle certezze che si hanno al momento è che il blitz sia partito dall'estero con un “rimbalzo” in Germania. Ancora da stabilire l'identità degli hacker e il Paese di origine.

(Unioneonline/F)

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