Villasor, palpeggiò una tredicenne:ottantenne condannato a quattro anni
Anche la Corte d'Appello di Cagliari ha confermato la condanna per il pensionato Gesuino Valdes a quattro anni e sei mesi per violenza sessuale.Per adescarla aveva usato le schede telefoniche. Gliele aveva regalate con l'intento di guadagnare la sua fiducia per poi costringerla a subire palpeggiamenti e carezze. Anche la prima sezione della Corte d'Appello di Cagliari ha accolto la ricostruzione dell'accusa già avvalorata dal Gup e, l'altro ieri, ha confermato la condanna a quattro anni e sei mesi di reclusione nei confronti di un pensionato di 80 anni di Villasor, Gesuino Valdes, a processo per violenza sessuale nei confronti di minori. La vittima del pensionato (vedovo) era un'adolescente di tredici anni, che ora vive con i genitori in un altro paese.
LA DENUNCIA L'uomo nel 2007 era stato denunciato a piede libero dai carabinieri della Compagnia di Carbonia che, guidati dal capitano Cristian Buttazzo, erano riusciti a scoprire e a fermare la violenza. I militari erano venuti a conoscenza della vicenda dopo varie segnalazioni sugli strani comportamenti dell'uomo, in un periodo che andava dall'estate del 2006 a quella successiva. I militari, per non destare sospetti, avevano portato avanti un'indagine molto lunga nel corso della quale si erano visti costretti a ricorrere alle intercettazioni telefoniche. Le segnalazioni riguardavano i comportamenti strani di un pensionato nei confronti di un'adolescente.
L'ACCUSA Secondo l'accusa, l'uomo sarebbe riuscito ad adescarla (e pertanto a conquistarne la fiducia), regalandole, ad esempio, alcune schede telefoniche: pochi euro da spendere con il cellulare. Poi l'uomo avrebbe rivelato le proprie vere intenzioni: sempre stando alle accuse confermate dalla Corte d'Appello, il pensionato l'avrebbe costretta a subire palpeggiamenti. Sarebbe andata avanti così per diverso tempo, fino a quando la bambina, che frequentava la seconda media, non si era confidata col padre il quale, subito dopo, si era precipitato in caserma per denunciare il fatto. Subito avviate le indagini, per le quali erano state determinanti anche una serie di intercettazioni telefoniche che avevano fatto sorgere il sospetto che il pensionato avesse adescato altre ragazzine.
IL GUP Denunciato a piede libero, il pensionato era stato condannato in prima istanza dal Gup. In quella sede si era costituita parte civile la famiglia della bambina (l'avvocato Lorenzo Sessini per la piccola e l'avvocato Mariano Delogu per il padre) ed era stata depositata una richiesta di risarcimento di centomila euro. La Corte d'Appello ha confermato la condanna e rinviato al giudice civile la definizione del risarcimento.
ANDREA SCANO