I nuovi ospedali, lo stadio, la continuità territoriale, sino al “tormentone” della ricandidatura, come lo definisce lui stesso in chiusura di trasmissione. Ospite su Videolina di Radar, intervistato da Nicola Scano, il presidente della Regione Christian Solinas affronta l’attualità del suo governo, impegnato negli ultimi mesi della legislatura. 

A partire dalla sanità, il settore che continua a far registrare la percentuale di attriti maggiore: «Chi ha seguito la campagna elettorale del 2019», chiarisce Solinas, «sa che io dissi che nel mio programma sarebbe stato fondamentale investire sull’edilizia sanitaria, realizzando quattro nuovi ospedali». Un progetto, quello del presidente, frenato dagli anni della pandemia, durante i quali, spiega, ha «lavorato alacremente per avere la copertura finanziaria: ne parlo avendo messo da parte un miliardo e mezzo per la realizzazione». E ora i tempi sarebbero maturi: «È cinquant’anni che non si fanno ospedali a Cagliari», prosegue. «Il Brotzu è stato progettato negli anni ‘60, i lavori sono iniziati nel ‘71 ed è stato completato nell’82’. Penso meriti una nuova casa». E chiaramente servirà del tempo, ma durante la costruzione delle nuove strutture, quella esistente continuerà ad operare. Solinas lo spiega con una metafora: «È come costruire una nuova casa. Sinché non è pronta, uno non distrugge la precedente».

E nella nuova struttura, ci sarà spazio sia per il Brotzu, sia per l’Oncologico, che fanno già parte di un’unica azienda, ma in due fabbricati distinti. Il presidente della Regione sottolinea l’importanza di razionalizzare, sia per una questione di efficienza, sia per una questione di risparmio. Poi il focus sulle carenze nel personale: «Se non ci sono medici è perché non è stato eseguito il turnover quando necessario, se non ci sono è perché esiste un accesso a numero programmato che fa sì che ci siano meno professionisti di quanti ne servano».

L’altro scoglio è quello delle tempistiche, che sull’edilizia non possono essere brevi, ma su questo fronte Solinas fa trapelare ottimismo: «Da un punto di vista ingegneristico un ospedale di quelle dimensioni può essere realizzato in 24-30 mesi». I mesi “da tagliare”, sotto questo aspetto, sembrerebbero essere quelli precedenti all’inizio dei lavori, quelli relativi alla burocrazia. Poi il governatore chiarisce anche su un altro aspetto: «Qualcuno, con una strumentalizzazione evidente, ha fatto intendere che gli investimenti siano destinati alla ristrutturazione del Brotzu. In realtà si parlava di una piastra tecnologica parallela, che non va a ristrutturare un metro quadro».

Dagli ospedali si passa allo stadio, per il quale non sembra all’ordine del giorno un capitolo “esclusivo”: «Capisco l’interesse, ma la salute deve andare almeno di pari passo», poi il presidente affronta la questione delle periferie dove «si vivono situazioni drammatiche. Per la politica c’è un obbligo morale. Mi dispiace anche che in commissione sia stato stralciato un emendamento al collegato da 40 milioni destinati all’edilizia popolare». 
L’altro tema caldo è quello dei trasporti, in particolare dopo i recenti fatti di cronaca, con buchi da otto ore nei collegamenti: «Non si può parlare di continuità territoriale», sostiene, «nel momento in cui l’isola è disconnessa dalla terra ferma per così tanto tempo». Eppure su questi temi Solinas si dice cautamente ottimista, un po’ perché stavolta può contare sull’appoggio del governo, un po’ perché tra un anno sarà tempo di elezioni europee, con un possibile cambio di scenario che potrebbe giocare a favore della Sardegna. 

Una Sardegna che si trova a dover fare i conti con alcune criticità anche sul fronte delle strade: il presidente è commissario per dieci arterie diverse, molte delle quali, evidenzia, «senza la copertura finanziaria necessaria. Poi c’è stato il conflitto tra Russia e Ucraina e il rincaro delle materie prime». Opere dunque, dal suo punto di vista più complesse di quanto è stato detto, ma non vuole sentir parlare di ritardi: «Sono opere che attendono da 30 anni». Dunque Solinas traccia una mappa delle prossime mosse, dalla Sassari-Alghero alla Olbia-Arzachena-Palau, sino alla messa in sicurezza della 130 e degli incroci a raso tra Cagliari e Decimomannu: «Come dimostrano i cantieri sulla 131 i lavori ci sono. Creano disagi, ma al termine avremo una rete più scorrevole, sicura e all’altezza».

Infine l’Einstein Telescope, «un progetto epocale che può cambiare il futuro non solo del territorio di Lula, ma dell’intera Sardegna», e la ricandidatura. Su quest’ultimo argomento, Solinas non si sbilancia: «Faccio politica da un numero sufficiente di anni per capire che le ricandidature sono un tormentone. Ho preso un impegno con i sardi, e ora voglio portare a compimento tutto quello che ho promesso in questa legislatura. Ho dovuto affrontare l’interruzione della pandemia, e sarebbe importante avere continuità per portare a termine quanto iniziato». Il presidente spiega che la scelta definitiva sarà presa solo a ridosso delle elezioni: «Quando sarà il momento decideremo».

(Unioneonline/L.Ne.)

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