Il 7 ottobre il Consiglio di Stato ha cancellato il ‘’nesso di causalità’’. Ovvero la necessità di dimostrare, con prove concrete, le conseguenze sulla salute dovute all’esposizione all’uranio impoverito o a particelle di metalli pesanti.

Bonifica nel Kosovo (foto AP)
Bonifica nel Kosovo (foto AP)
Bonifica nel Kosovo (foto AP)

Su questo ‘’onere della prova’’ si sono consumati dolori e silenzi. Sono morti per patologie tumorali oltre 400 militari, altri 4mila si sono ammalati.

Un poligono in Sardegna
Un poligono in Sardegna
Un poligono in Sardegna

La sentenza del Consiglio di Stato è chiara: «non è necessario un riscontro effettivo del nesso eziologico: la legge ha considerato il rapporto di causalità come insito nel tipico rischio professionale, sicché grava sull’Amministrazione l’onere di dare la prova di una specifica genesi extra-lavorativa della patologia».

Un poligono in Sardegna
Un poligono in Sardegna
Un poligono in Sardegna

Una conclusione che si basa sulla relazione finale della commissione parlamentare sull’uranio impoverito. All’interno di quel ‘’libro bianco’’ la descrizione dei casi clinici e le dichiarazioni di alti gradi della Difesa.

Gian Piero Scanu
Gian Piero Scanu
Gian Piero Scanu

Una ricostruzione che ha permesso di definire la condizione di rischio in cui i militari hanno operato nei poligoni e nelle missioni all’estero.

Il test del razzo all'uranio impoverito
Il test del razzo all'uranio impoverito
Il test del razzo all'uranio impoverito

Gian Piero Scanu era il presidente della commissione.

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