San Pietro, nord e sud. Sardinia South, 1 e 2. Vanno a coppie, e sono quattro, i progetti per la realizzazione di parchi eolici offshore nel mare del sud Sardegna che compaiono sulle bacheca degli avvisi della Guardia costiera di Cagliari: lo scopo è quello di effettuare un vaglio  “preliminare in ordine alla compatibilità degli impianti con la sicurezza della navigazione marittima e con le altre attività marittime”. Chi crede che quelle torri siano un pericolo, ha meno di un mese per scriverlo. 

Le società proponenti sono due. Per i due parchi San Pietro la richiesta di autorizzazione arriva dalla Ninfea Rinnovabili Srl, con sede legale in Largo Augusto, 3 a  Milano. Chiede 160.163.097 metri quadrati d’acqua oltre il confine del mare territoriale, al largo di Portoscuso  per l’installazione di 34 aerogeneratori con fondazione floating per il progetto nord e 195.191.811 metri quadri per il progetto sud: prevede altri 34 aerogeneratori nella stessa zona, ma più verso Sant’Antioco. Nelle relazioni allegate al progetto si legge che le torri galleggianti saranno così lontane, fra 24 e 28 chilometri dalla costa,  che l’impatto visivo sarebbe “minimo”. 

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La stessa “rassicurazione” fornita dalla Avenhexicon Srl, sede in viale Majno, sempre a Milano, che presenta i progetti dal nome inglese. Nel tratto di mare antistante Capo Teulada e Capo Spartivento chiede  169.555.833 metri quadri di mare per installare 30 pale e altri 395.104.969 metri quadrati d’acqua, davanti all’isola del Toro,  per piazzare altri 64 aerogeneratori.  

In più, per ogni progetto, ci sono altri milioni di metri quadrati da concedere per il passaggio dei cavidotti per il trasporto dell’energia prodotta: uno attaccato a Portovesme, l’altro a Selargius. 

In totale, quindi, si parla di concessioni per quasi un miliardo di metri quadrati di mare davanti alla Sardegna per l’installazione di pale eoliche flottanti. 

Enrico Fresu

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