Sardegna isolata dal resto d'Italia. Senza una vera continuità territoriale, alle prese con ferrovie antiquate, sempre a inseguire i ritardi che la separano dalla Penisola e dal continente europeo. Lamentele già sentite, ma se a dirlo sono i vescovi, ecco che il dibattito prende una nuova piega, con il G7 dei trasporti - organizzato a Cagliari - ormai alle porte. Secondo la Ces, conferenza episcopale sarda, è necessaria una riflessione "su alcuni dei più vistosi e preoccupanti problemi che investono la nostra Isola in questo delicato e determinante settore", proprio perché si possano "trovare risposte adeguate nell'importante summit".

L'APPELLO - Ma è soprattutto al governo che si rivolgono i vertici della Chiesa sarda: "Una delle nostre rivendicazioni, ormai ventennali", affermano i vescovi, "è il riconoscimento di una vera continuità territoriale a Roma come a Bruxelles. Al governo si chiede di farsi primo portavoce a Bruxelles per definire adeguate norme di attuazione dell'articolo 74 del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea (Tfue), proprio in quanto regione insulare e periferica".

L'EUROPA - Lo squilibrio è talmente pronunciato che i capi delle diocesi sarde si fanno quasi promotori di un braccio di ferro con Bruxelles: "La Sardegna ha il diritto di accedere alle deroghe agli aiuti di Stato e alle compensazioni fiscali perché un cittadino sardo non potrà mai essere - sul fronte trasporti - uguale a un cittadino italiano ed europeo", scrive il segretario della conferenza episcopale dell'Isola, Sebastiano Sanguinetti, al termine dell'ultima riunione a Donigala Fenughedu.

I DATI - I vescovi snocciolano dati, citano le ricerche più importanti del settore. Tra queste, anche il dossier Infrastrutture confezionato dalla Giunta Pigliaru e consegnato ai governi Renzi e Gentiloni, dove vengono calcolati i tempi extra di viaggio (rispetto al resto d'Italia) che passeggeri e merci provenienti dall'Isola devono sobbarcarsi, insieme ai costi in più. "In Sardegna la dotazione infrastrutturale è pari, secondo l'istituto Tagliacarne, a 50,5 punti su 100, contro i 78,8 che si registrano nel resto del Mezzogiorno. Si tratta del valore più basso d'Italia e mostra un forte peggioramento negli ultimi anni", fanno notare i vescovi nella lettera-comunicato.

TRENI - Le ferrovie, tra le difficoltà iniziali dei treni veloci e l'arretratezza delle linee secondarie, preoccupano più di altri settori: "La Sardegna è l'unica regione italiana esclusa dai fondi europei che metteranno in movimento, da qui al 2050, risorse per 250 miliardi di euro". Infine, la conclusione: "L'insularità determina non solo un incremento dei costi, ma crea anche discontinuità, ritardi e debolezza nelle connessioni e nei processi di diffusione spaziale dello sviluppo". Parola dei vescovi.

M. R.

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