Vita da Riccardo: «Vivevo in un corpo che non era mio, così ho sconfitto i pregiudizi»
A San Gavino l’intervento che ha scritto la storia delle persone trans in Sardegna, il primo di isterctomia totale. Il ragazzo di Fluminimaggiore lo racconta, e si raccontaPer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Alla fine ha realizzato il suo sogno e la sua felicità. Riccardo Pusceddu, 27 anni di Fluminimaggiore, è stato operato nel reparto di ostetricia e ginecologia dell’ospedale Nostra Signora di Bonaria, di San Gavino Monreale, e ha dato l’addio al suo corpo femminile con l’asportazione dell’utero: «Quest’intervento ha scritto la storia delle persone trans in Sardegna. Si tratta del primo intervento di isterectomia totale su un uomo trans avvenuto proprio a due passi da casa, il tutto senza prendere aerei e andare oltremare come succedeva prima. Spero che questa bella notizia sia un punto di partenza per i giovani ragazzi che, come me, devono affrontare questo intervento».
Il percorso
Riccardo non si è mai ritrovato nel suo corpo femminile e, dopo anni di sofferenze, ha iniziato la terapia ormonale nel novembre 2019: «Il mio nome precedente preferisco non divulgarlo anche per motivi di privacy di una vecchia vita che non è più mia. Ho avuto la rettifica anagrafica nel 2022 e con essa il permesso per poter svolgere i diversi interventi tra cui la mastectomia fatta due anni fa e l’isterectomia totale fatta a San Gavino Monreale. In Sardegna è stato molto difficile trovare un ospedale e soprattutto dei medici che mi operassero per rimuovere il mio utero e le ovaie. Ho chiamato vari ospedali come il Santissima Trinità di Cagliari, il policlinico di Monserrato, il Sirai di Carbonia e il Cto di Igleias, ma tutti hanno rifiutato la mia richiesta di fare l’intervento. Avevo diversi problemi a livello ormonale, non riuscivo a tenere alto il mio testosterone perché le mie ovaie lo convertivano di nuovo in estrogeni. Poi la mia ginecologa Annarita Daga – mi segue dal 2019 - mi ha messo in contatto con il primario Antonio Campiglio, che ha accettato di operarmi. Oltre a loro, devo grazie a tutto il personale della ginecologia dell’ospedale di San Gavino Monreale: per me ora è iniziata una nuova vita».
I pregiudizi
Riccardo Pusceddu li combatte da una vita ma non si è mai pianto addosso: «Sono rispettato per quello che sono. Sono una persona molto espansiva e ho sempre parlato della mia transizione sui social. In materia di diritti penso sempre a chi non sa e a chi è contro di fare delle domande e parlare con persone come me in modo da conoscere la loro realtà. Speriamo che l’Italia cambi nell’ambito del riconoscimento di questi diritti. Ci sono casi che hanno fatto discutere come quello della pugile algerina alle Olimpiadi: penso che abbia subìto un’ingiustizia e una discriminazione molto grave e spero che intraprenda azioni legali contro chi si è schierato contro di lei. Questa pugile ha un aspetto androgino ma è una donna».
La svolta
È arrivata nel 2017: «Vivevo sempre male in quello che era il mio corpo, poi ho visto un video su youtube e sono stato seguito a Roma per la terapia ormonale. Due anni fa ho subito un primo intervento a Firenze. Per adesso mi sento bene così e non sento l’esigenza di mettere l’apparato riproduttore maschile, la riproduzione del fallo non si è ancora evoluta per ora. Sono stato ricoverato in chirurgia, ma seguito dalla ginecologia. Se non avessero accettato la mia richiesta avrei dovuto spendere tanti soldi per andare fuori e cercare anche un accompagnatore. La Sardegna ora sta dando questa grande opportunità ai ragazzi trans come me».
Sala operatoria
L’intervento è stato coordinato dal primario Antonio Campiglio: «Il paziente si è presentato con una richiesta specifica e la documentazione del Tribunale. Dopo aver chiesto l’autorizzazione alla direzione Sanitaria abbiamo provveduto ad eseguire l’intervento in laparoscopia anche per motivi estetici. Ne facciamo circa 120 l’anno tra patologia benigna e maligna. Quest’intervento richiede l’anestesia generale ed è durato un’ora circa».
Gigi Pittau