"Basta: vendiamo". Dopo anni di gioie e dolori, polemiche e successi e pure una quasi fusione, due estati fa, con i cugini della Monteponi Iglesias, la famiglia Giganti ha deciso di defilarsi dal Carbonia calcio.

FINE DI UN'EPOCA - Sono stati i patron di un club (ora nel campionato di Promozione ma, 60 anni fa, a un passo dalla B) fra i più blasonati nel panorama regionale. Una dirigenza che non ha amato le mezze misure: amata da molti, detestata da altri. "Ma la crisi economica - precisa il presidente Renato Giganti, coadiuvato in questa avventura dai figli Luca e Pino - lo scemare progressivo della passione sono stati un mix impossibile da superare: chi è seriamente interessato si faccia avanti".

LA DECISIONE - La prima indiscrezione su questa decisione, dopo la semifinale persa 1-0 contro il Guspini per l'accesso all'Eccellenza: "Lascio tutto". Non era lo sfogo del momento. A mente fredda Renato Giganti, imprenditore, conferma: "Ci facciamo da parte, invito le persone interessate a subentrare nella conduzione del club con proposte serie entro metà giugno: usciamo di scena ma chi ci sostituirà non sia una meteora". Cifre, il presidente, non ne dà. Ma si mormora che che non si scenderà sotto i 50-60 mila euro. Ma chi acquisterebbe un club quest'anno giunto secondo, l'anno scorso terzo (e finalista di Coppa Italia), plurivincitore nelle categorie juniores di vari tornei regionali e capace di lanciare molti giovani di valore?

IL TOTO-SUCCESSORE - In città dove il credo biancoblù è forte (lo testimonia il libro sulla storia biancoblù di Franco Reina) è iniziato il toto-successori. Rimbalzano le prime supposizioni: "Non escludo un gruppo di persone - dice l'ex allenatore dell'era Serie C Checco Fele - ma occorre ammettere che i Giganti, negli ultimi 15 anni, hanno dato solidità all'ambiente".

E se ci fosse dietro la Conad? "Lusingati - dice Nino Flore - ma smentisco: siamo impegnati in ambito sociale e sportivo ma non calcistico". Nella ridda di voci c'è finito pure l'imprenditore Remo Melis: "Mai dire mai però mi è passata la voglia quando, anni fa, volevo finanziare un progetto avveniristico per il Comunale e venne bocciato: discorso per ora chiuso".

In attesa che la tifoseria dei "Briganti" si esprima, per ora, parla chi i colori biancoblù li conosce assai bene, come gli ex presidenti Carlo Brai e Sandro Masciarelli. Il primo fa notare che "se i Giganti sono stanchi bene che si ritirino anche se i risultati dicono che hanno diretto bene: escluso un mio ritorno". Pessimista Masciarelli: "Con questa crisi difficile trovare singoli imprenditori disposti a spendere". Preoccupate pure glorie sempre stimate come Floriano Congiu e Tano Piroddi che lanciano un appello: "Guai ora lasciar morire un club che ha recuperato blasone: chiunque subentri ci pensi bene".

Andrea Scano

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