Per le amministrazioni del Sulcis Iglesiente la battaglia per contrastare l’abbandono dei cani è ad armi impari.

E mentre le grane sulla gestione dei canili, in particolare quello di Musei, tengono banco, dai Municipi dell’ex Provincia di Carbonia Iglesias arriva il grido d’allarme dei primi cittadini, lasciati soli, e con le casse vuote, ad affrontare l’emergenza randagismo.

"Senza i necessari finanziamenti, peraltro ridimensionati, - tuona il sindaco Gianfranco Trullu – non siamo in grado di garantire l’assistenza ai cani custoditi e sarebbe assolutamente inappropriato dover attingere dal Fondo unico e privare altre “emergenze” di somme fondamentali per essere affrontate".

Da qui, nei giorni scorsi, dopo un infruttuoso vertice alla Asl 7 di Carbonia, la richiesta di un incontro urgente con l’assessore regionale alla Sanità Benedetto Arru.

Ad avanzarla, dopo aver raccolto le rimostranze di diversi primi cittadini, sono stati il presidente dell’Unione dei Comuni del Sulcis, Gianfranco Trullu, e quello di “Metalla e il mare”, Ferdinando Pellegrini, sindaco di Fluminimaggiore.

Già costituito anche un apposito gruppo di lavoro capeggiato dal sindaco di Tratalias, Marco Piras, uno dei Comuni dove, con una ventina di cani assistiti e un costo medio annuo di quasi ventimila euro, la battaglia contro il randagismo, affrontata senza i finanziamenti della Regione, sta mettendo a rischio i conti del Comune.

Così anche a San Giovanni Suergiu dove il sindaco Elvira Usai evidenzia "la necessità che i fondi, purtroppo drasticamente decurtati, vengano concessi dalla Regione direttamente ai Comuni che affrontano quotidianamente il problema dell’abbandono dei cani, e non alla Asl".
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