Martedì scorso la mobilitazione del Sulcis, con un migliaio di cittadini che hanno raggiunto il palazzo della Giunta regionale per rivendicare «atti concreti e sviluppo per il territorio».

Il giorno successivo l'incontro definito «importante, ma non risolutivo» dalla Cisl, al tavolo del presidente della Regione Francesco Pigliaru con il comitato promotore della "rivolta popolare", che dalle 17 a tarda sera hanno discusso di presente e futuro del Sulcis con gli assessori dell'Industria e dei Lavori Pubblici, Maria Grazia Piras e Paolo Maninchedda, e il coordinatore del Piano Sulcis Tore Cherchi.

Dopo qualche ora, la tensione lascia il passo alle strette di mano con un patto che soddisfa tutti: predisporre una piattaforma di contenuti e proposte da discutere nel prossimo incontro.

Mentre sul resto il segretario territoriale Cisl, Fabio Enne, commenta: «Vigileremo affinché gli impegni vengano mantenuti».

«Rispetto al passato, abbiamo fatto interventi di buona amministrazione: dalla salvaguardia delle grandi industrie (Alcoa, Portovesme srl, Eurallumina) al salvataggio dell'Igea, oggi impegnata nei lavori di bonifica e risanamento ambientale».

Sono state queste le parole che il presidente Pigliaru ha voluto ribadire durante l'incontro, lasciando la parola sul Piano Sulcis al suo coordinatore Tore Cherchi: «Ci sono oltre 620 milioni di euro distribuiti in quasi 70 interventi in capo ai Comuni, agli Enti e agli altri soggetti interessati».

Ma se da una parte la Cisl si è detta soddisfatta («è un inizio»), dai banchi dell'opposizione in consiglio regionale sono volate accuse durissime: «Il Piano Sulcis snaturato con interventi ordinari», attaccano Alessandra Zedda e Ignazio Locci (Forza Italia).

I ritardi?

«Colpa del Governo Renzi. Invece Cherchi scarica le colpe sulla Giunta Cappellacci. La verità - concludono Locci e Zedda - è che la Giunta Pigliaru ha sostanzialmente modificato la visione strategica, condivisa col territorio, lasciando in mano a Invitalia la parte relativa alle attività produttive con l'inserimento di piccoli interventi ordinari».
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