Dai primi di dicembre la fonderia della Sider Alloys di Portovesme, nel Sulcis, ha iniziato a sfornare placche di alluminio.

A 10 anni dalla chiusura dell’ex Alcoa, una parte della fabbrica è tornata a vivere e la fonderia ha ripreso la sua attività. La produzione si è assestata sulle 2-3mila tonnellate al mese, ma la sua capacità aumenterà sino a circa 200mila tonnellate all’anno, nel 2024. Va avanti anche il processo di ristrutturazione (revamping) delle 328 celle elettrolitiche dello smelter, vero cuore dell'impianto del sud ovest della Sardegna, che tra la fine del 2023 e l'inizio del prossimo anno inizierà a produrre l'alluminio liquido. Sempre dal 2024, la Sider Alloys potrà contare su un nuovo impianto, già arrivato in stabilimento ma non ancora montato. Da qui verrà fuori un prodotto sempre più richiesto dal mercato elettrico: la vergella di leghe di alluminio, utilizzata per realizzare i cavi elettrici per gli elettrodotti o linee elettriche di alta tensione. La fonderia, per incrementare la produzione, dopo le placche per il mercato della laminazione (che serviranno per esempio a produrre vaschette alimentari in alluminio), tra qualche mese potrà sfornare billette e lingotti

L’anno in corso è stato caratterizzato da un prezzo dell'alluminio che sembra si sia stabilizzato dopo gli alti e bassi del 2022: oggi sul mercato questo metallo viene quotato poco sopra i 2mila dollari a tonnellata. Intanto nella fabbrica del Sulcis stanno già lavorando 106 operai diretti, 224 con gli indiretti delle ditte esterne.

(Unioneonline/v.f.)

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