Il 21 marzo 2020 Fabio Serventi, 24 anni, era scomparso da Perdaxius e nessuno ha più saputo nulla di lui. Oggi, davanti alla Corte d’Assise di Cagliari, al processo a carico del 35enne Andrea Pinna accusato di omicidio, un colpo di scena. L’amico dell’imputato ha confermato in aula quanto già trapelato nel corso di un’intercettazione ambientale: “Il corpo non lo troveranno mai – le parole di Pinna –, lo so solo io dov’è”. E in effetti, nonostante le ricerche di vigili del fuoco, sommozzatori e carabinieri, del 24enne si sono completamente perse le tracce.

Per l’accusa, Serventi sarebbe stato ucciso e poi gettato nei dintorni di una diga per un debito di droga.

Davanti ai giudici ha testimoniato anche un colonnello dei carabinieri in pensione il quale ha rivelato di aver raccolto la testimonianza di un parente, ora morto, che aveva saputo dalla vittima che era stato minacciato per un debito di circa 20mila euro. Pinna, difeso dall'avvocato Teresa Camoglio, è accusato di aver ucciso il 24enne su commissione di persone rimaste ignote.

Ad aggravare la posizione dell’imputato, alcune conversazioni captate dagli investigatori dell'Arma e il motorino della vittima, passato di mano e che l’uomo dice di aver trovato, ma anche altre intercettazioni con la sua fidanzata.

A difendere la famiglia di Serventi ci sono gli avvocati Patrizio Rovelli e Fabrizio Rubiu.

La prossima udienza si svolgerà il 4 aprile. 

(Unioneonline/s.s.)

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