Riorganizzazione della rete ospedaliera e diritto alla salute: sono gli argomenti che ieri, fino all'una di notte, hanno tenuto banco nel Consiglio comunale di Iglesias chiesto dall'opposizione e dal Pdci.

Sugli scranni dell'Aula di piazza Municipio anche il commissario della Asl numero 7 Antonio Onnis. Alla fine del dibattito, alimentato dagli interventi di associazioni (Comitato per la salute) e sindacati (Efisio Aresti della Uil fpl e Sandro Caddeo, Cgil), quel documento auspicato a più riprese durante il lungo dibattito, in cui si è chiesto sostanzialmente la salvaguardia dei servizi sanitari, non è stato votato.

Portato in Consiglio dalla minoranza (Forza Italia, Piazza Sella, Cas@Iglesias) e parte della maggioranza (Pdci) approderà nei prossimi giorni in conferenza capigruppo per essere integrato e condiviso dall'intera Aula (fra questi Pd, Sel).

Insomma, i gruppi consiliari si ricompattano per tutelare i diritti dei cittadini e portare all'attenzione della Regione le richieste - fra queste il Dea di primo livello per il Cto - da inserire nella riforma della rete ospedaliera sarda prima della sua definitiva approvazione. Ed è questa la notizia di rilievo del confronto iniziato alle 18.30 con l'intervento del consigliere di Forza Italia Gianfranca Mannu che non ha risparmiato critiche alla Giunta Gariazzo.

Ma nelle cinque ore di dibattito non sono mancate le polemiche indirizzate al commissario Asl, Antonio Onnis.

Accusato, in particolar modo dal segretario Uil fpl, Efisio Aresti, di portare avanti una politica "di tagli dei servizi sanitari e trasferimenti dei reparti avvenuti in tutta fretta, oltre che illegittimi", il dirigente dell'azienda sanitaria ha risposto così: "Le accuse di questo tipo, se ne è convinto, dovrebbe rivolgerle alla Magistratura. Il mio ruolo è quello di tagliare i costi che si ripercuotono sulle tasche dei cittadini, visto che la nostra azienda spendeva 2800 euro al mese per un giorno di degenza al Cto, contro una media nazionale di 670. Il percorso è certamente complesso ed è appena iniziato con il coerente e recente spostamento delle attività per acuti dal Santa Barbara al Cto che passerà dagli attuali 38 posti letto ai 120 a regime".
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