Parco Geominerario senza Bilancio, non tremano solo i Comuni dell'Iglesiente. Senza risorse immediate, a rischio chiusura ci sarebbero anche i siti minerari del resto del Sulcis: la Miniera Rosas di Narcao, per esempio, o la Grande miniera di Serbariu a Carbonia.

Ma se il documento finanziario stoppato dal ministero dell'Ambiente il 25 giugno scorso non dovesse avere il via libera, il terremoto che in questi giorni ha mandato in fibrillazione gli amministratori locali coinvolgerebbe l'immenso patrimonio minerario di tutti gli 81 Comuni della Sardegna che fanno parte del Parco.

Per l'imminente passaggio di Porto Flavia dalla Regione al Comune, potrebbe salvarsi solo la stagione turistica di Iglesias.

«La delibera sta per essere approvata», spiega l'assessore al Turismo Simone Franceschi: «In questo modo potremo abbattere i costi di gestione del sito di Masua e sostenere le spese per la grotta Santa Barbara e la galleria Villamarina che rimarranno aperte».

Ma per gli altri siti, un centinaio in tutta l'Isola, il pericolo è imminente. Ecco perché il sindaco di Iglesias Emilio Gariazzo, presidente della Consulta, ha convocato d'urgenza l'assemblea dei consorziati: «Dobbiamo evitare il peggio, su quel bilancio abbiamo programmato il nostro futuro. Si corre il rischio di vanificare anni di lavoro messo a punto con l'impegno di tutti per rilanciare lo sviluppo economico di mezza Sardegna».

Per far cambiare rotta ai burocrati del Ministero, Gariazzo si dice pronto a volare a Roma: «Impensabile vanificare i nostri sforzi, soprattutto ora che abbiamo raggiunto un accordo col Governo nazionale per porre fine al commissariamento».
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