Un’iniziativa sul fenomeno migratorio e sulla multiculturalità. È il progetto GiSeSI nato a Cagliari, da un’idea dell’associazione Arcipelago Sardegna, per poi svilupparsi, con l’apporto dei comuni di Iglesias e Carbonia, di scuole, enti e associazioni, nel Sulcis-Iglesiente che è diventato un campo di ricerca e indagine (GiSeSI è l’acronimo  di “Giovani e Seconde generazioni di migranti nel Sulcis Iglesiente”).

L’attenzione è rivolta alla percezione che i giovani hanno del  fenomeno migratorio. «L’obiettivo che vogliamo raggiungere – spiega Filippo Spanu, anima di Arcipelago Sardegna -  è la realizzazione di nuove opportunità di sviluppo locale nel Sulcis Iglesiente  attraverso la valorizzazione del potenziale dei giovani residenti, in particolare quelli di seconda generazione di comunità immigrate». I primi risultati del lavoro sono stati presentati durante un incontro nella sala conferenze della Fondazione di Sardegna.

LA RICERCA – La base di partenza sono i dati sulla presenza degli immigrati frutto di un’indagine del centro Studi e Ricerche Idos che, con riferimento al 2020, fa registrare una diminuzione del numero degli stranieri presenti nel territorio regionale. Sono 49.322, oltre tremila in meno rispetto all’anno precedente (-5,7%), con un’incidenza media del 3,1% (quella nazionale supera l’8%). È stata, inoltre, portata a termine una ricerca sulle seconde generazioni di immigrati che «dimostra – afferma Spanu – come ci sia un seme che pian piano sta germogliando. I giovani immigrati  di seconda generazione sono tanti (incidenza sotto i 30 anni è al 40% contro il 22,4% della stessa fascia d’età sul totale della popolazione), ma si inseriscono con difficoltà. Bisogna arrivare ad un maggior coinvolgimento della popolazione immigrata nello sviluppo dell’Isola». 

IL “BOSCO DELLA RINASCITA” – Da GiSeSI ha preso forma l'idea con la quale Manuel Murru e Francesco Fenu, già studenti dell’Istituto Ferraris di Iglesias, hanno ottenuto due borse di studio che saranno utilizzate per acquistare il terreno in cui verrà creato il “Bosco della Rinascita” nella città mineraria. Sarà un cimitero immerso nel verde: «Offrirà la possibilità di commemorare le persone care – chiariscono gli artefici  del progetto –  in un ambiente naturale. Le ceneri del defunto, all’interno di un’urna biodegradabile, alimenteranno una giovane pianta di leccio. Il bosco manterrà vivo il ricordo di chi non c’è più».

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