I lavori di adeguamento strutturale sono ormai terminati da diversi mesi. Ma la Casa Famiglia di Fluminimaggiore continua a rimanere con i cancelli sbarrati.

A distanza di un anno dalla chiusura del centro per la cura e il recupero dei disabili mentali, il primo cittadino Marco Corrias e l'amministrazione comunale scendono nuovamente in campo e chiedono all'Ats Sardegna una veloce riapertura della struttura sanitaria.

"Il 21 dicembre dello scorso anno - racconta il sindaco di Fluminimaggiore - protestammo davanti ai cancelli della struttura sanitaria di Perd'e Fogu, per impedirne la sua chiusura e per difendere sia il suo ruolo sociale nel territorio sia i posti di lavoro. Dopo tante proteste e ripetute mediazioni, riuscimmo a siglare un accordo con l'assessorato regionale della Sanità e i vertici dell'Ats, dove accettavamo sì la temporanea chiusura, per consentire alcuni lavori urgenti di ristrutturazione, con la garanzia di una riapertura del servizio appena questi si fossero conclusi. I lavori sono terminati da tempo. Addirittura si è provveduto a sostituire i vecchi con i nuovi arredi. Sulla data di riapertura, però, nessuno al momento ci sa dire niente".

Al momento della chiusura la struttura era controllata dalla Assl di Carbonia, anche se gestita nella parte tecnica e operativa dalla cooperativa sociale Promozione di Cagliari.

La scadenza del contratto di gestione coincise con l'interruzione del servizio di assistenza sanitaria. Secondo l'accordo siglato in Regione, nel caso si fosse prospettata un'attesa per un nuovo bando di gestione, si sarebbe dovuto provvedere a una proroga del contratto con la precedente coop, garantendo la riassunzione del personale sino ad allora impiegato nella struttura.

"Durante le interlocuzioni avute di recente con i dirigenti dell'Assl di Carbonia - prosegue Corrias - ci hanno comunicato che è stata formulata una nuova gara d'appalto, che purtroppo è andata deserta. Perché non si è dato seguito alla vecchia gestione, come previsto dall'accordo regionale? Purtroppo ho la sensazione di trovarmi davanti a una vergognosa situazione, con ripetuti scarica barili di responsabilità, che stanno bloccando ogni speranza di rivedere operativa la Casa Famiglia. Questo è inaccettabile di fronte a decine di pazienti, che continuano a rimanere senza assistenza e alla decina di ex lavoratori, che proseguono inoccupati".

I 13 dipendenti in forza lavoro nella struttura sanitaria sino al 21 dicembre 2018 continuano a rimanere con il solo sostentamento degli ammortizzatori sociali.

"Come amministrazione comunale - conclude Marco Corrias - chiediamo con forza alle nuove autorità sanitarie regionali, che siano rispettati gli impegni presi. Se non avremo risposte certe in breve tempo, porteremo la nostra forte protesta, che sarà messa in atto in maniera ben visibile, davanti a tutte le sedi delle istituzionali competenti".
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