La Corte d'assise d’appello di Cagliari ha confermato la condanna all’ergastolo di Andrea Pinna, 36 anni, accusato di aver ucciso e fatto sparire il corpo del 24enne Fabio Serventi, scomparso nel nulla il 21 marzo 2020 dalla sua abitazione di Perdaxius, nel sud Sardegna.

 Accogliendo la richiesta del procuratore generale Luigi Patronaggio i giudici di secondo grado hanno confermato il massimo della pena, con anche l'isolamento diurno per 4 mesi.

 Alla lettura della sentenza, l'imputato si è messo le mani in testa dalla disperazione e ha urlato: «Cosa devo fare per farvi capire che io non c’entro niente?». Accanto a lui l'avvocata Teresa Camoglio che ha battagliato per tutto il processo per evitare al suo assistito la condanna a vita. Una pena che, invece, era stata sollecitata, oltre che dall'accusa, anche dai legali delle parti civili, Patrizio Rovelli e Fabrizio Rubiu.

L'omicidio, stando all'accusa, sarebbe stato compiuto per un debito legato alla droga. Il corpo del ragazzo non è mai stato ritrovato, nonostante le tante ricerche effettuate dai carabinieri. Fabio Serventi viveva con i nonni a Is Ergois, nelle campagne di Perdaxius. Il giorno della scomparsa sarebbe uscito dall'abitazione con le ciabatte ai piedi, da quel momento non si sono avute più notizie.

Ad Andrea Pinna gli investigatori sono poi arrivati seguendo la scia di alcuni passaggi di mano dello scooter della vittima. Ad inchiodarlo una serie di intercettazioni nelle quali lo stesso 36enne avrebbe ammesso agli amici di aver ucciso Serventi. In lacrime la madre del ragazzo scomparso che dopo la sentenza ha comunque lanciato un appello perché l’imputato faccia ritrovare almeno il corpo del figlio.

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