Di certi malumori, era a conoscenza: "Normali frizioni quando talvolta avviene un cambio di gestione, ma io sono aperto al dialogo e all'ascolto". In religioso silenzio, come si addice al ministero pastorale, ma anche pronto a replicare al chiacchiericcio che lo vorrebbe un po' troppo decisionista.

Don Marco Farris, 63 anni, da 34 sacerdote e da sette mesi alla guida del Sacro Cuore di Cortoghiana in virtù di un rimpasto di assegnazioni avvenute poco dopo la scomparsa di don Amilcare Gambella, è disposto ad affrontare serenamente, dopo qualche titubanza, lo spigoloso periodo che sta vivendo nell'esercizio delle sue funzioni. Seccature piovute quasi tutte insieme e per le quali alcuni dei contestatori si sono rivolti anche al vescovo.

LE PROTESTE - Non c'è una cronologia precisa in questa vicenda ma una somma di circostanze: il malessere degli scout, la fuga delle corali, l'insofferenza di alcune famiglie dei piccoli che frequentano il catechismo, il campetto di calcio spesso vuoto.

Non è quindi un caso, e lui stesso lo ammette, il manifesto affisso di recente all'ingresso della chiesa con cui il parroco stigmatizza "le gelosie, le competizioni, l'egoismo", ed esalta invece il "cammino comune". Nella frazione, poco meno di 3000 anime, costola mineraria di Carbonia, si vive questa contraddizione: tutti parlano. Bocche ufficialmente cucite, ma in molti ammettono che l'arrivo del nuovo sacerdote somigli a qualcosa di traumatico. Lo è per gli scout che proprio ieri mattina hanno finito il trasloco di attrezzature e suppellettili (ora ospitati da un privato in periferia) perché nei locali della canonica utilizzati da tempo inizieranno le manutenzioni.

GLI SCOUT - Loro però, avvertiti con raccomandata, temono che in quei locali non ci rimetteranno più piede: "La condizione primaria è il mantenimento della sicurezza dei locali - specifica il sacerdote - e a ciò ho dovuto pensare da subito: mai detto che non potranno tornare ma che si vedrà dopo una valutazione e il coinvolgimento degli organismi parrocchiali". Mugugni anche dai cori che considerano la chiesa quasi come una comunità domestica. Dei gruppi che a vario titolo prestavano attività anche con il Sacro Cuore, al momento è rimasto poco o nulla. Spariti: "Li ho convocati assolvendo ai miei doveri e mi son trovato osservatore di frizioni: aspetto ancora il loro verbale, ma di più cosa potevo fare?".

LE FAMIGLIE - I malumori (benché sia dinamica comune a molte parrocchie) trapelavano anche fra famiglie che hanno deciso di emigrare altrove per il catechismo: "Solitamente occorre stare nella propria parrocchia ma non mi sono giunte lamentele". Patti chiari anche nella gestione del campetto di calcio: "Spesi 850 euro per la messa in sicurezza: tutto certificato e leggibile nei documenti in bacheca".

Don Marco cerca il dialogo con la sua nuova comunità: "La mia porta è aperta".

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