Lo hanno trovato morto in cunetta, vicino alla sua bici: caduto a causa di un malore o per il trauma riportato nella caduta? Restano per ora senza risposta le domande per la morte di un operaio di Giba avvenuta mercoledì sera in una strada alla periferia del paese.

L'incidente

Si chiamava Maurizio Uccheddu, aveva 41 anni, ed è stato ritrovato ormai morto da circa un'ora, accanto alla sua bicicletta, in una cunetta di via San Pietro. Chi ha notato il corpo mercoledì, attorno alle 17.30, ha subito dato l'allarme anche se in realtà, per il poveretto non c'era già più nulla da fare. Ma su una cosa, i medici che sono intervenuti e i carabinieri della stazione sono certi: la morte non è stata causata dall'azione di qualcun altro. Consola in parte che nessuno gli abbia fatto del male (escluso quindi che sia stato ad esempio colpito o spinto in cunetta da qualche veicolo), ma rimane in piedi un interrogativo che rendono questa disgrazia più angosciante: si sarebbe potuto salvare?

La vittima

Maurizio Uccheddu, operaio che sbarcava il lunario adattandosi con caparbietà a compiere tanti lavori (anni fa è stato in Germania, in settembre ha preso parte alle vendemmie), viveva con un fratello ed era ben voluto da tutti. Le ultime persone a vederlo in vita, mercoledì, sono stati il barbiere, alcuni amici del bar e, attorno alle 16.30, l'assessore Emanuele Pistis. Circa un'ora dopo, due persone che stavano percorrendo via San Pietro, già zona di campagna, hanno scorto una persona riversa in cunetta, col viso rivolto in parte per terra, fra l'erba. Era Maurizio Uccheddu. È scattato l'allarme e quando il 118 è arrivato ha potuto solo constatare il decesso. Ma Uccheddu potrebbe non essere morto subito: non è da escludere che abbia avuto un malore aggravato magari dalla caduta dalla bici o dalla posizione assunta una volta finito sull'erba. «Comunque sia andata - sottolinea il sindaco Andrea Pisanu che ieri ha portato il cordoglio del paese ai familiari in camera mortuaria - siamo molto addolorati e ci stringiamo alla famiglia».

Andrea Scano

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