Siccità, mondo agricolo in ginocchio: «Situazione drammatica, serve lo stato di calamità»
Le testimonianze di agricoltori e allevatori: «Non riusciamo ad abbeverare il bestiame», «L’altezza del grano non supera quella delle scarpe»Per restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
La siccità si sta espandendo a macchia d’olio in tutte le zone dell’Isola e già a maggio sta mettendo a dura prova agricoltori e allevatori sardi. Anche il Nord Sardegna deve fare i conti con l’ampliarsi delle zone a rischio, che aumentano con il passare dei giorni.
Un allarme che arriva soprattutto da Nord Est, con l’area tra Loiri, Porto San Paolo, Padru e Alà dei Sardi, e dalla Nurra, dove viene descritta una situazione drammatica.
Coldiretti Nord Sardegna ha raccolto le testimonianze di alcuni agricoltori. «Siamo solo a maggio ma i nostri terreni sono già allo stremo con i letti dei fiumi quasi a secco. La situazione è grave in tutto il territorio, molte aziende non hanno risorse d’acqua e non sanno come fare», denuncia Alessandro Ruiu, allevatore e presidente di Coldiretti Loiri.
Gabriele Mandras, allevatore di Padru: «Sorgenti ormai quasi prosciugate, di questo passo a breve non ci sarà più acqua. Non sappiamo come abbeverare il bestiame e la situazione peggiora di giorno in giorno».
Michele Filigheddu, anche lui allevatore: «Situazione disperata, tutto l'inverno le calde temperature e i venti alternati freddi e caldi hanno bloccato completamente lo sviluppo delle piante e molti erbai, in particolare di avena che oggi dovrebbero essere alti almeno un metro e mezzo, sono solo di pochi centimetri». E non finisce qui: «Le sorgenti sono quasi a secco e gli approvvigionamenti di acqua sono bloccati. Molte aziende stanno ricorrendo all'utilizzo di autobotti per dar da bere agli animali ma non basta, le istituzioni devono richiedere lo stato di calamità naturale perché non saremo in grado di affrontare i costi onerosi per poter acquistare i foraggi».
E non c’è pace neanche per il grano, spiega Leonardo Muzzu: «Oggi dovevamo avere già le piante pronte per la provvista per il pane per tutto il 2024, invece a malapena il grano riesce a superare le scarpe in altezza, le semine fatte a inizio anno non hanno dato i frutti sperati. E considerato che lo stato vegetativo della pianta è stato ridotto al massimo, le spighe non solo non stanno producendo i quantitativi adeguati per il pane, ma nemmeno per produrre il fabbisogno utile ai nostri animali».
Una «situazione oltre il limite» spiega Antonello Fois, presidente Coldiretti Nord Sardegna, «già da tempo la denunciamo, il mondo delle campagne ha bisogno di interventi strutturali importanti che garantiscano a tutte le aree il giusto approvvigionamento di acqua».
Il direttore dell’associazione Ermanno Mazzetti lancia anche un appello ai Comuni: «I sindaci interessati da questa drammatica situazione deliberino per lo stato di calamità, i nostri territori hanno bisogno del massimo supporto per fronteggiare questo momento in vista dell’estate dove i problemi si amplificheranno maggiormente».
(Unioneonline/L)