La politica che diventa uno spettacolo indecoroso molto più di uno show su palcoscenico teatrale.

L’ultima seduta del Consiglio comunale di Porto Torres ha lasciato spazio a insulti e offese. Parole poi finite sul web.

Lo scontro “dialettico” è iniziato con le parole pronunciate dal consigliere della Lega, Ivan Cermelli, contro il collega del Partito democratico, Gavino Sanna: «Stai zitto, fai la cuccia che non sei di razza».

Nel suo intervento, evidentemente disturbato, anche lo sfogo in dialetto turritano: «Io sono un avvocato, e mi sto rivolgendo anche troppo bene ad un “tostoino" come te».

Non una recita davanti alla diretta streaming, ma esternazioni con attacchi che la “vittima” ha giudicato «personali», in uno scontro diretto con linguaggio denigratorio. E la polemica ha fatto il giro del web.

Il diverbio è avvenuto nel bel mezzo di una discussione sui lavori di collegamento viario tra la statale 131 e la circonvallazione a sud-est dell’abitato di Porto Torres, relativo all’atto di acquisizione dei beni immobili situati nel Comune turritano utilizzati per pubblico interesse.

«Mi sono state dette cose brutte e sono stato vittima di nonnismo», interviene in sua difesa il consigliere dem Gavino Sanna. «Ho una enorme stima di tutti consiglieri comunali, - ha proseguito l’esponente Pd - ma le parole hanno un peso sia a livello personale che politico e, anche chi in quest’aula mi definisce giovane consigliere in senso negativo, mi sta dicendo che sono inesperto e ignorante, e questo è un insulto alla mia formazione e al ruolo che ricopro». E sui limiti della correttezza istituzionale, anche il capogruppo Pd, Gianpiero Madeddu, è intervenuto a tutela di tutti i consiglieri comunali e degli esponenti dem: «Sono cose che non si addicono ad un’aula consiliare dove nell’ultima seduta si è toccato il fondo».

Madeddu rivolto al presidente del consiglio Franco Satta ha chiesto che «certi atteggiamenti non vengano più tollerati, perché se dovesse succedere un’altra volta il mio gruppo lascerà l’aula». Ma le scuse non sono arrivate.

«Non credo di dover chiedere scusa a nessuno, - ha risposto Cermelli - perché chi ha frequentato le aule negli anni scorsi i toni sono stati molto accesi, a volte anche offensivi, ma tutto finiva qua dentro, invece l’avvento dei social media che porta fuori dalle aule consiliari ciò che succede e la gente non capisce il dibattito. L’accusa è alla macelleria sociale sulla rete, «un modo scorretto di fare politica». 

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