Stava provando a prenotare una colonscopia da mesi, poi – quasi per miracolo –  è arrivato l’ok dalla centralinista: «Abbiamo una data libera. Le va bene il 27 novembre?». Nulla da contestare, se non fosse che l’anno in questione è il 2024, dunque tra più di un anno. È quanto successo ad Anna, 87enne di Alghero con gravi problemi di deambulazione.

A raccontare la storia è suo nipote Franco che, dopo aver assistito alla telefonata con il Cup, ha deciso di «non fare finta di niente, perché questa storia è incredibile». Tutto però nasce qualche mese fa. «Mia zia aveva bisogno di fare questo controllo. Ma all’inizio ci hanno detto addirittura che non era possibile prenotare la visita in Sardegna. Le possibilità dunque erano o partire o andare da un privato. Poi, con una nuova prescrizione in mano, abbiamo riprovato ed effettivamente si è aperta una finestra: peccato che sia troppo lontana. Ad ora non sappiamo se per quella data mia zia sarà ancora viva, tutto questo è inaccettabile», spiega il parente.

Rifiutata la proposta ora resta la speranza di poter trovare, nei prossimi giorni, nuove disponibilità che «siano anche compatibili con le condizioni di mia zia. L’età avanzata e i suoi problemi di salute non le consentono di andare in qualsiasi ospedale. Questa volta ci hanno proposto Sassari ma ciò comporterebbe dover affrontare una trasferta difficile e trascorrere almeno una notte fuori, prima del ricovero. E mia zia non può affrontare un viaggio del genere», continua Franco. Con la delusione crescono anche la preoccupazione e il fastidio per «questa sanità, allo sbaraglio totale. Oggi come oggi l’unica soluzione è andare a pagamento da qualche privato. Ma avete visto i prezzi? Troppo alti. Ecco perché ho deciso di parlare: perché il nostro non è un caso isolato ma troppe persone non dicono nulla e lasciano stare. Ma stavolta abbiamo scelto di non stare in silenzio: questa è la nostra storia».

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