Perequazione al Brotzu, il grande pasticcio: i fondi per l’adeguamento degli stipendi dei professionisti che lavorano nel più grande ospedale della Sardegna sono bloccati. A monte della vicenda non ci sarebbe solo una contrapposizione tra sigle sindacali, ma anche dubbi – che sarebbero stati sollevati dal collegio dei revisori – sulla legittimità delle erogazioni. E tra mille dubbi l’erogazione risulta congelata. 

Sembrava tutto fatto per uniformare le retribuzioni nella sanità sarda: il commissario aveva già predisposto un calendario. Ad agosto sarebbe dovuta arrivare la spettanza per l'anno 2023, a settembre quella del 2024. Invece niente. «C'è stata la richiesta di alcuni sindacati»,  spiega il segretario del Cimo, Luigi Mascia, «per la distribuzione “a teste” dei fondi, meno meritocratica perché uguale per tutti, rispetto a quello che abbiamo sempre pensato noi, che invece sosteniamo l'applicazione del regolamento sulle performance. Secondo l'impostazione di alcune sigle, anche se uno è arrivato da poco e un altro dipendente c'è da trent'anni, il pagamento dovrebbe essere uguale per tutti, e questo ci trova in totale disaccordo. La forbice, tra l'altro, tra ad esempio il dirigente di struttura e il dipendente appena arrivato, è bassissima. È una questione di principio»,  chiarisce Mascia, «il nostro sindacato conta 164 iscritti. E, senza paura di essere smentito, raccoglie i migliori professionisti. Nel nostro regolamento una delle voci che incide sulla performance riguarda proprio la presenza in servizio». C'è il rischio che salti tutto perché, prosegue Mascia, «il collegio dei revisori dei conti potrebbe irrigidirsi su questo problema: tutte le leggi dello Stato hanno voluto premiare la performance per favorire la produttività della pubblica amministrazione. Non differenziando le posizioni si va contro questa impostazione. C'è poi un'altra legge sul tetto di spesa delle aziende: se il collegio dovesse irrigidirsi su questa regola i soldi della perequazione diventerebbero soldi del Monopoli».

E il punto sarebbe proprio questo: i revisori nutrirebbero dei dubbi sulle modalità di erogazione degli emolumenti aggiuntivi – che farebbero sforare i tetti di spesa – e c’è il rischio che, chiamati a decidere, possano stoppare definitivamente i fondi della perequazione. 

Pericolo che non sussiste però secondo il sindacato Anaao. «La verità», sottolinea la segretaria regionale Susanna Montaldo, «è che si stanno ancora aspettando dei dati fondamentali per la perequazione, che non incide sui tetti di spesa e non è una premialità. Il nostro ragionamento si basa sul fatto che è impossibile e per noi ingiusto, ridistribuire la perequazione sul risultato di reparto. Anche perché sarebbe penalizzato chi quel risultato non lo può raggiungere magari non per colpa sua. Il criterio 'per teste' - insiste - ci è sembra quello più democratico».

«Le risorse previste per la perequazione dei fondi per i professionisti del Brotzu vanno corrisposte il prima possibile»  è la sollecitazione del segretario della Fp Cgil di Cagliari Nicola Cabras in riferimento alle incertezze degli ultimi giorni. «Quelle risorse arrivano dopo una vertenza lunga e complicata portata avanti dai sindacati con l’obiettivo di riequilibrare l’ingiustizia che le lavoratrici e i lavoratori del Brotzu subiscono da anni e sarebbe quindi un grave errore aggiungere ulteriori ritardi». 

Secondo il segretario Cabras «il commissario straordinario del Brotzu deve assumersi la responsabilità dello stallo in cui si trova la vertenza e, anziché dare ultimatum alle organizzazioni sindacali, convocarle immediatamente per dirimere le criticità emerse sulle modalità con cui garantire, finalmente, dopo inaccettabili ritardi, ciò che spetta ai lavoratori e alle lavoratrici della dirigenza».

(Unioneonline/E.Fr.)

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