Un popolo che ha voluto riscoprire la propria storia, quella finita nell’oblio, di cui si hanno poche tracce, storia dei deportati dall’Etiopia negli anni della guerra 1937-1939, furono esiliati anche all’Asinara. Dopo la tappa sull’ isola di 60 discendenti e familiari, a distanza di circa 85 anni, questa mattina la delegazione,  presente a Porto Torres in occasione del progetto culturale “Dall’Oblio alla Memoria. Storia dei deportati etiopi all’Asinara (1937–1939)”, promosso dalla Cooperativa Sealand Asinara con il sostegno della Fondazione di Sardegna, del Comune di Porto Torres, dell’Ente Parco Nazionale dell’Asinara, dell’Associazione Guide Esclusive dell’Asinara (Agua) e della Rete Educando Asinara, è stata accolta al Palazzo del Marchese per ricevere il saluto ufficiale del sindaco Massimo Mulas a nome dell’amministrazione comunale e dell’intera comunità turritana.

«In un tempo segnato, anche in Europa, da terribili conflitti, iniziative come questa sono un richiamo potente alla pace, alla fratellanza e alla memoria storica. Oggi – ha dichiarato il primo cittadino - non voglio solo rievocare una triste pagina della storia delle vostre famiglie, per la quale chiedo scusa a nome di tutta la comunità, ma desidero soprattutto condividere la sensazione che ho provato nell’incontrarvi. Osservando i vostri volti, gli sguardi e i sorrisi ho avuto la conferma che ci sono due modi per reagire alle sofferenze. C’è chi sceglie di chiudersi, lasciandosi sopraffare da sentimenti di sfiducia verso il prossimo e chi, come voi, decide di aprire il proprio animo esprimendo agli altri positività. In un periodo storico in cui risulta sempre più difficile affermare con certezza “non accadrà più”, i vostri occhi trasmettono la capacità di trasformare il racconto del dolore in gioia e curiosità per la vita, lasciandomi ben sperare per il futuro della mia, della vostra e di tutte le comunità che credono nell’importanza della memoria. Vi ringrazio, dunque, per essere venuti nella nostra città permettendoci di abbracciare idealmente ciascuno di voi, a dimostrazione di come i gemellaggi tra i popoli possano essere scritti e formali oppure, come il nostro, umani e calorosi».

Nel corso della giornata, la delegazione ha inoltre visitato l’area archeologica di Turris Libisonis, entrando in contatto con la storia millenaria della città e il patrimonio culturale che Porto Torres custodisce. «Un’occasione di scambio e arricchimento reciproco - ha sottolineato l’assessora alla Cultura Maria Bastiana Cocco – che ha contribuito a rinsaldare i legami tra le nostre comunità. E' stato un momento particolarmente significativo, reso possibile dalla competenza del direttore dell’Antiquarium Turritano. Stefano Giuliani, che ha accompagnato la delegazione lungo un percorso di conoscenza storica e dall’impegno della Cooperativa Sealand Asinara, promotrice dell’intera iniziativa dal profondo valore umano e culturale».

Il progetto “Dall’Oblio alla Memoria. Storia dei deportati etiopi all’Asinara (1937–1939)”, in programma dal 5 fino all’8 agosto tra Porto Torres e l’isola dell’Asinara, mira a riscoprire e restituire memoria, identità e dignità alle vittime della deportazione coloniale fascista. Tra il 1937 e il 1939, oltre 300 cittadini etiopi, tra cui ambasciatori, ministri, alti funzionari dell’Impero e i loro familiari, furono deportati sull’Asinara in seguito all’attentato contro il Viceré Rodolfo Graziani. Un episodio rimosso della storia italiana che l’iniziativa intende riportare all’attenzione pubblica. Ieri, 6 agosto, la cerimonia di apposizione di una targa commemorativa sull’Isola dell’Asinara davanti all’ex Ospedale di Cala Reale, uno degli edifici che ospitarono i deportati, accompagnata da un momento di preghiera secondo la tradizione etiope e da una passeggiata guidata lungo i luoghi della memoria a cura delle guide del Parco. Tappa anche al cimitero di Campo Faro dove fu seppellito il figlio Gideon della principessa Romane Work (Melograna d’oro), figlia maggiore dell’imperatore di Etiopia, Hailé Selassié. 

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