Il Tribunale di Sassari dice no a due fratelli di 13 e 15 anni residenti con la madre in un centro del nord Sardegna, figli di una coppia separata, che vorrebbero essere ascoltati per trasferirsi dal padre, che vive nella Penisola, e potersi iscrivere a scuola lì. 

La loro richiesta, presentata attraverso l’avvocato del papà, è caduta nel vuoto: il giudice, con un provvedimento dell'8 luglio scorso, ha deciso che «il mero ascolto dei minori debba ritenersi un'attività istruttoria manifestamente superflua e anzi potenzialmente dannosa per la sfera emotiva dei minori». Di conseguenza nessuna audizione da parte del giudice, come invece prevede l'articolo 473 bis del Codice di procedura civile: il collegio ha deciso di nominare uno psicologo che valuti il quadro familiare, proceda all'ascolto dei genitori e dei figli, per poi suggerire al Tribunale «il miglior regime di affidamento e di collocamento dei minori nell'esclusivo interesse di questi ultimi».

Il consulente sarà nominato nella prossima udienza, fissata per il 26 settembre. Una decisione che l'avvocato Igor Turco, legale del padre dei due ragazzi, contesta e indica come una palese violazione dei diritti dei minori: «I due ragazzi sono stati privati del diritto di esprimere la loro opinione sulla scelta scolastica e stanno subendo l'inizio dell'anno scolastico dove non vorrebbero».

I ragazzi «dovevano scegliere insieme la scuola da frequentare e hanno espresso il desiderio di trasferirsi dal padre, fuori dalla Sardegna, per frequentare lì le scuole. La madre si è opposta negando il consenso», continua il legale. «Con la riforma Cartabia, trattandosi di una questione la cui decisione incide direttamente sulla vita dei minori, la legge prescrive non solo che è necessario conoscere la loro opinione, ma che questa debba essere tenuta in considerazione, avuto riguardo proprio all'età e al grado di maturità dei ragazzi. Il Tribunale di Sassari non ha disposto l'ascolto dei ragazzi, diritto più volte chiesto in giudizio. Il tempo passa, con provvedimenti che di fatto negano il diritto dei due ragazzi, costringendoli a iniziare l'anno scolastico in Sardegna», precisa l'avvocato Turco. 

(Unioneonline)

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