Sassari, protesta contro la porcilaia a Caniga: «Le nostre case non valgono più nulla»
Un allevamento intensivo con oltre mille suini, residenti sul piede di guerra: numerose le criticitàPer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Continua la protesta a Sassari contro l’allevamento intensivo di suini di Caniga. Ieri in piazza d’Italia si è tenuta un’altra mobilitazione a cui ha partecipato anche “L’elefante nella stanza”, il comitato civico appena fondato dai residenti della borgata.
«Vogliamo che il Comune ci tuteli - afferma il presidente, Fabio Porcu - Deve cambiare le regole di attuazione. Quello stabilimento per noi è insalubre». I maiali sono all’interno dell’attività, sembrerebbe oltre i mille capi, e già cominciano ad avvertirsi le conseguenze. «Intanto gli odori molesti e poi i cinghiali che, attirati dai suini, stanno smuovendo la terra dappertutto». Ma quello che preoccupa di più sono le criticità potenziali. «Sappiamo - continua Pier Giuseppe Madau, il vicepresidente - che ogni maialetto consuma 7 litri d’acqua al giorno. Quanto sarà il dispendio idrico per 2mila animali?». Si teme che lo stabilimento dreni tutte le risorse idriche della zona, che al momento contano sui pozzi, lasciando le famiglie senz’acqua.
Un altro problema rimarcato dal comitato risiede nei continui viaggi dei tir all’interno e all’esterno dell’allevamento. «Quella strada è tarata - riferiscono - per pesi molto minori e quegli autoarticolati crediamo pesino di più». Oltre all’inquinamento del terreno e delle falde acquifere, una problematica che si ha paura possa avverarsi prima o poi, il comitato lamenta un altro fattore. «Abbiamo fatto un investimento importante per le nostre case - concludono - pagando mutui per 20 anni e ora, con questo stabilimento a pochi metri, le nostre abitazioni non valgono più nulla».
