Sassari: ogni mese 10 donne finiscono al pronto soccorso dopo aver subito violenze
Emerge dal convegno sul codice rosa attivato dall’Aou: da gennaio a ottobre 2023 registrati 101 casiPer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Centouno donne registrate al pronto soccorso di Sassari come vittime di violenza, praticamente dieci al mese. Il dato emerge dal bilancio dei primi 10 mesi del 2023 ed è stato comunicato questo pomeriggio nel corso del convegno sul “Codice Rosa”, promosso dall'Aou e tenutosi nell'Aula Magna dell'università .
«Sul numero complessivo di 101 donne - approfondisce il dirigente medico del pronto soccorso Laura Piras - 46 avevano l'indicatore della violenza di genere, 55 per violenza altrui». E su quest'ultima cifra si apre un'ulteriore specifica. «Il 44 %- continua la dottoressa- ha fatto accesso al pronto soccorso per violenza in ambito familiare, il 12 % in ambiente lavorativo e il restante per motivazioni imprecisate».
Attraverso il “percorso rosa”, approvato con una delibera di luglio, l'Azienda-ospedaliero-universitaria ha strutturato un protocollo che accompagna la vittima, dal triage alla presa in carico all'arrivo nella “stanza rosa”. «Alla donna viene attribuito un codice giallo, o superiore, ed è fondamentale l'apporto degli infermieri perché devono cogliere qualunque segnale di possibile violenza anche se non è definita o raccontata dalla vittima». Un modo anche per evitare ripensamenti e abbandoni. «Spesso infatti - spiega la psicologa ospedaliera Stefania Casula - le donne si sentono in colpa per la loro situazione». A loro, prima delle dimissioni, viene fornito allora un sostegno psicologico per affrontare il terremoto emotivo che le affligge.
E le vittime talvolta possono essere gli stessi medici, come riferito nel convegno moderato dalla professoressa Alessandra Nivoli e dal dottor Fabrizio Demaria. «Sono stata perseguitata da uno stalker - riferisce il dirigente medico Fulvia Ferrari - un malato psichiatrico. Ci si sente soli in questi casi nonostante le denunce fatte ai carabinieri. E magari ci tocca sentire, come successo a me, che era il prezzo da pagare per la mia bellezza». Una frase infelice che denuncia la scarsa empatia di chi non comprende il dramma delle vittime.