Scritte contro la detenzione al 41 bis sulla torre campanaria della chiesa di Santa Maria di Betlem a Sassari. Sono apparse di recente in cima all’edificio, oggetto da qualche tempo di una importante ristrutturazione.

Le parole che contestano il carcere duro, definito “tortura”, sono state vergate sulla copertura della torre insieme al simbolo anarchico e e si rivolgono anche a “Domenico” di cui si chiede la libertà.

Il riferimento potrebbe essere quello di Domenico Porcelli, detenuto a Bancali da qualche mese, e in sciopero della fame dal 28 febbraio di quest’anno. Il 27enne è stato condannato nel 2022 a 26 anni e mezzo di reclusione dal tribunale di Matera per associazione a delinquere di stampo mafioso.

L’uomo si è visto rinnovare la misura del carcere duro a fine gennaio di quest’anno decidendo così di intraprendere la protesta ritenendo ingiusto il trattamento.

Intanto le avvocate di Porcelli, Maria Teresa Pintus e Livia Lauria, hanno presentato un reclamo al tribunale di Sorveglianza di Roma chiedendo che si annullasse il decreto di 41 bis.

Non è la prima volta che a Sassari appaiono scritte a sfavore del regime carcerario: nei mesi scorsi campeggiavano sugli edifici dell’ex questura per esprimere solidarietà ad Alfredo Cospito.

L’anarchico è tra l’altro da poco rientrato nella Casa circondariale Bacchiddu, dopo una detenzione di mesi a Milano per motivi di salute dovuti al prolungato sciopero della fame.

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