Lo sentivi molto prima di vederlo. Gavino Musiu aveva una voce con megafono incorporato seguita da una sonora risata che metteva di buonumore non solo allo stadio "Vanni Sanna" ma anche negli altri stadi sardi e persino della Penisola. Da diversi mesi era malato e la sua voce si è spenta ieri notte. 

Due anni fa, da novantenne, l'allora presidente rossoblù Salvatore Sechi lo aveva nominato presidente onorario della Torres con questa motivazione: “Per aver rappresentato l’immagine più pura della tifoseria rossoblù, con la presenza costante, la vicinanza ai giovani, l’allegria e la sportività che hanno sempre contraddistinto il suo sostegno alla Torres, a Sassari e negli stadi di tutta Italia”.

Negli anni '70 lavorava per un negozio di elettrodomestici e quando i clienti non erano puntuali nei pagamenti il signor Gavino aveva un metodo tutto suo per sollecitarli: se vedeva il ritardatario o quando suonava al suo citofono urlava: «Signore (o signora) la cambialeee». Metodo che funzionava visto che il moroso pagavo poco dopo. Da qui il soprannome "Gavino la cambiale".

Appassionato di calcio e non solo di Torres, sapeva citare la formazione mitica del Torino degli anni '30, quella che dominava in Italia. Teneva i tifosi aggiornati sui suoi numerosi spostamenti: quando arrivava allo stadio declamava con il suo vocione dove era stato e con chi aveva parlato. 

La sua voce era così potente che è nata persino la battuta sulle reti dei cellulari: il 3G, 4G o 5G indicano la potenza del segnale nella scala Gavino. 

© Riproduzione riservata