Rinvio a giudizio, ieri in tribunale a Sassari, per un allenatore 54enne accusato di aver dopato un cavallo da corsa.

Il gup Sergio De Luca ha chiesto in questo modo l’approfondimento su una vicenda che presenta molti interrogativi.

Il cavallo di razza angloaraba di nome Batman era stato trovato positivo alla morfina al termine di una corsa vinta a Ozieri quattro anni fa. Per la pm Maria Paola Asara non ci sarebbe dubbio sul doping, teoria sostenuta dal consulente di parte, un chimico, il quale ha escluso che si possa assumere in natura, magari con la dieta alimentare, la sostanza. Di tutt’altro parere l’avvocato difensore Sebastiano Chironi che ha ricordato come la morfina non sia altro che un alcaloide naturale estratto dalla linfa essiccata del papavero. E che in Sardegna le distese di papaveri siano una consuetudine, rendendo così plausibile l’ipotesi che la sostanza sia finita nel foraggio consumato dall’animale. E da questo punto di vista esiste un celebre precedente, citato dalla difesa, del cavallo della regina d’Inghilterra Elisabetta II, che venne trovato positivo in una competizione nel famoso ippodromo Ascot. Anche in quel caso venne scoperta sull’animale della morfina salvo poi appurare che non si trattava di doping ma di inquinamento ambientale, così come sostiene il difensore nel caso attuale.

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