Reperti in bronzo e addirittura l'intera figura di un guerriero: sono i frutti della campagna di scavo e restauro nel complesso archeologico di Cuccuru Mudeju a Nughedu San Nicolò iniziata a ottobre 2019 e avviata ormai alla conclusione.

Il sito si trova al confine con il territorio di Anela, a brevissima distanza dalla necropoli di Sos Furrighesos, nella fertile valle attraversata dal Rio Iscias de Trigu che, in età antica, costituiva una via di penetrazione strategica, anche per le risorse minerarie. In questa zona di passaggio, fittamente occupata fin dal neolitico, come dimostrano le numerose domus de janas presenti sul territorio, in età nuragica sorse un’area sacra dedicata con tutta probabilità al culto delle acque.

Un momento dello scavo (foto concessa)
Un momento dello scavo (foto concessa)
Un momento dello scavo (foto concessa)

Tra i reperti venuti in luce una testa di bovino scolpita a tutto tondo e un pendaglio a forma di “fiasca del pellegrino”, un tipo di recipiente introdotto in Sardegna dai mercanti provenienti dalle coste del Vicino Oriente e reinterpretato dalle genti sarde, anche in forma miniaturistica, e spesso donato come offerta votiva nei santuari. Cospicuo il gruppo di reperti in bronzo, oggetto di restauro, analisi e documentazione fotografica presso il Centro di Restauro della Soprintendenza: un frammento di spada votiva, uno spillone, un pugnale foliato con un ribattino, un codolo di pugnale frammentario, un anello in bronzo di incerta definizione, un frammento di bronzo figurato, che rappresenta la porzione di un arco con la relativa legatura.

Il guerriero in bronzo ritrovato durante gli scavi (foto concessa)
Il guerriero in bronzo ritrovato durante gli scavi (foto concessa)
Il guerriero in bronzo ritrovato durante gli scavi (foto concessa)

È stato rinvenuto anche un bronzo figurato integro, caso rarissimo di ritrovamento in scavo. Rappresenta un guerriero vestito con corto gonnellino e con elmo cornuto, con lunghe trecce che si dipartono da sotto l’elmo nella parte posteriore del collo; reca sul petto un pugnale ad elsa gemmata, attributo distintivo del raggiungimento dell’età adulta; con la mano sinistra regge uno stocco poggiato sulla spalla corrispondente; allo stocco, attraverso un cappio, è legato uno scudo circolare con umbone e motivo a raggi; le gambe sono divaricate e poggiano su uno dei canali di fusione, che doveva essere anche utilizzato per l’infissione dell’offerta su una tavola votiva.

Il cantiere, condotto dal comune di Nughedu San Nicolò con la direzione scientifica della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Sassari e Nuoro diretta dal Bruno Billeci, si è tenuto grazie a un finanziamento a valere sui fondi regionali del Piano Scavi 2018 ottenuto dal Comune di Nughedu San Nicolò e integrato con fondi comunali.

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