Un rigassificatore Frsu «deciso dall’alto», un progetto «di cui non si conoscono, oltre alle ricadute economiche e occupazionali, i rischi per la sicurezza e per la salute della popolazione, visto che si tratta di un impianto a rischio rilevante ( Seveso III)». Un percorso di condivisione con la cittadinanza «neppure considerato» secondo il segretario cittadino del Psd’Az, Adriano Solinas e per il capogruppo Bastianino Spanu.

C'era tempo fino al 19 gennaio 2023 per presentare osservazioni al progetto di Snam relativo alla realizzazione di un Fsru a Porto Torres, depositato al Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica per l’ottenimento del parere di Valutazione di impatto ambientale. «Invece i cittadini e il consiglio comunale ignorano tutto», sostengono i sardisti. La decisione di posizionare un rigassificatore nel porto industriale, confermata pochi giorni fa dal ministro dell’Ambiente, Pichetto Fratin, è stata presa senza alcuna consultazione e condivisione pubblica».

Il consigliere Spanu ha inoltrato la richiesta ai presidenti delle commissioni Ambiente e Attività produttive per convocare una seduta congiunta e sentire i referenti di Snam, dell'Autorità di sistema portuale e del Consorzio Industriale, in modo che venga illustrato il progetto. Non un impianto qualunque ma un terminale di rigassificazione, con una portata di circa 45 metri cubi di Gnl, su un mezzo navale permanentemente ormeggiato a lungo termine (25 anni), al fine di consentire lo stoccaggio e la vaporizzazione di Gas naturale liquefatto. «Un aspetto da non sottovalutare», secondo i sardisti «è il processo industriale che, in particolare, riguarderà l’impatto sulle acque marine: parrebbe che il rigassificatore opererà a “ciclo aperto”, cioè avrà bisogno di prelevare acqua dal mare e successivamente scaricarla».

Si presume il prelievo di migliaia di metri cubi all’ora di acqua di mare che dovrà essere sterilizzata con pura candeggina (ipoclorito di sodio) e scaricata fredda insieme a una concentrazione residua di candeggina. Sul tavolo sono tanti i quesiti, posti dal partito del Quattro Mori, sull'impatto sull'industria turistica legata al Parco Nazionale dell'Asinara, e pure sugli studi comparativi che valutino l' effetto con l'inquinamento marino già esistente nello specchio acqueo portuale e nell'area limitrofa. E poi occorre far conoscere al territorio l'analisi sanitaria dell'impatto che il Terminale metanifero avrà in fase di esercizio dell'impianto. «Questo in modo che la cittadinanza abbia gli strumenti per capire quale sia la sommatoria degli effetti» dicono Spanu e Solinas «non ultimo, ma non meno importante,vorremmo capire le iniziative dell'amministrazione comunale in merito alle eventuali compensazioni ambientali».  

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