«L’amministrazione più ordinaria di sempre». Il Partito Sardo d’Azione di Porto Torres traccia un bilancio della maggioranza guidata dal sindaco Massimo Mulas, dopo tre anni dall’inizio del mandato. «La maggior parte dei fondi regionali sono arrivati in città grazie al lavoro portato avanti dal gruppo consiliare sardista: 2,5 milioni per la ristrutturazione della basilica di San Gavino e le due chiesette di Balai vicino e Balai lontano, circa un milione di euro per l'incendio Inversol, i fondi per l'amianto e non solo».

Il segretario cittadino Psd'Az, Adriano Solinas e il capogruppo in consiglio, Bastianino Spanu tracciano i risultati di un'amministrazione «presuntuosa e poco riconoscente». «Non lo consideriamo un privilegio – aggiungono gli esponenti sardisti - l’aver potuto contrastare una Giunta ed una maggioranza dove il 90% dei consiglieri non ha mai proferito parola, una amministrazione che ha fallito sugli obiettivi più importanti per il nostro territorio: bonifiche, portualità, Puc, Pul, centro storico e decoro urbano, il cavallo di battaglia che ha permesso l'accordo in campagna elettorale tra Mulas e Satta». Di fronte alla desertificazione commerciale in atto «Mulas ha adottato la chiusura di via Bassu, dimostrando incapacità nel risolvere il problema di via Ponte romano, in aperto contrasto con le urla di dolore delle aziende turritane». Sui progetti riguardanti il fotovoltaico offshore o la nave rigassificatrice al porto industriale «hanno solo subito le trasformazioni in atto, come se calassero dall'alto sulle teste dei cittadini turritani in maniera immanente».

Per i sardisti «l’amministrazione Mulas si sa esprimere solo con gli slogan, le targhe, il taglio dei nastri e dei comunicati stampa. È la maggioranza dagli evidenti limiti dei suoi assessori, ormai riscontrabili, nonostante i goffi tentativi del sindaco di nasconderli». Spazzare le vie cittadine, pulire i tombini, occuparsi delle buche stradali, della sicurezza sociale e sanitaria «sono tutti compiti ordinari che ogni Comune, grazie agli uffici preposti, potrebbe tranquillamente svolgere anche senza l'assessore di competenza». In ambito Pnrr, il Partito dei Quattro Mori chiedeva di coinvolgere parti sociali e portatori di interesse per la predisposizione di progetti che rispondessero alle esigenze reali del territorio. «Si è invece preferito demandare l'onere esclusivamente alla struttura tecnica, tenendo all'oscuro delle decisioni la stessa maggioranza di governo». Sul problema dell’organico «occorreva intervenire con urgenza sulla pianta organica, dando stabilità agli impiegati all'ufficio tecnico», mentre sulle dinamiche per l'occupazione «sono mancate azioni virtuose e politiche per infondere ottimismo ad una popolazione». 

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