Listati a lutto, una provocazione per evidenziare i problemi: questo il senso dell'iniziativa promossa a Porto Torres da baristi, ristoratori e titolari di partita Iva, che hanno deciso, in segno di protesta, di esporre fuori dai propri locali l'annuncio funebre delle rispettive attività. Dal centro alla periferia circa 50 esercenti hanno aderito all'iniziativa e hanno affisso all'ingresso del loro locale il volantino con scritto: "Dopo lunghi sacrifici, sono venuti a mancare il lavoro e la dignità, lo annunciano le partite Iva che chiedono rispetto e lavoro".

Alcuni sono esasperati: "Con queste restrizioni sarà dura mantenere aperte le attività - sostengono - fra un mese molti locali saranno costretti a chiudere. E' da oltre un anno che stiamo soffrendo, e queste persistenti chiusure ci costringono ad indebitarci sempre di più perché si continuano a pagare affitti e utenze, con il rischio di morire. Dietro ciascuna attività ci sono le famiglie da portare avanti, e non si può vivere alla giornata".

Nessun colore politico, ma un grido di allarme rivolto alle istituzioni perché le aperture a singhiozzo non sembrerebbero misure adeguate contro gli assembramenti.

"Noi imprenditori abbiamo sempre impegnato il nostro tempo e denaro per cercare di realizzare qualcosa di importante per il nostro futuro - sostiene uno dei baristi sul lungomare - e per dare un servizio importante alla nostra clientela. Invece oggi ci troviamo dopo tanti sacrifici a veder sfumare tutto il nostro lavoro, per questo chiediamo soltanto di farci lavorare in sicurezza".
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