Continuiamo a leggerlo centinaia di volte sulle cronache dei quotidiani, donne uccise e maltrattate dai mariti e dai loro compagni, vittime di violenze fisiche e psicologiche. Ilaria Saladdino, 39 anni di Porto Torres, è simbolo della barbarie della violenza di genere. Massacrata di botte e poi colpita con un’accetta dall’ex marito Fulvio Baule, da cui si stava separando, purtroppo è finita nell’elenco delle vittime della violenza di genere.

Venerdì 25 novembre al Teatro Parodi di Porto Torres, in occasione della giornata internazionale contro la violenza sulle donne, la sorella Giusy sarà ospite della manifestazione "Vittime e Carnefici. Parole e Suoni", organizzata dalla Fidapa locale. Ilaria è diventata simbolo di questa lotta, non fosse altro perché è riuscita a sopravvivere alla furia di un uomo che ha ucciso con brutalità i suoi genitori: Basilio Saladdino e Liliana Mancusa. Il primo morto il 26 febbraio scorso, sotto i colpi dell’accetta sferrati dal genero che senza pietà si era scagliato prima contro la suocera, morta dopo 40 giorni di coma, e poi sull’ex moglie, che ancora lotta per ritornare a casa e riabbracciare i suoi due gemellini. Bambini affidati a Giusy che se ne prende cura insieme al marito Franco, un amore immenso verso i piccoli di appena 20 mesi.

«Ilaria aveva paura, noi facevamo di tutto per stare con lei quando l’ex marito le riportava a casa i bambini – racconta Giusy – non ci fidavamo di lui, temevamo una qualche reazione nei confronti di mia sorella. Resta il rammarico di non essere stata presente il giorno della tragedia».

Nella casa di via Principessa Giovanna, la vita scorre veloce, senza fermarsi. «Ai bimbi si fa respirare il profumo di una essenza che ricorda tanto mamma Ilaria - conclude Giusy – facciamo di tutto per farli stare bene e sono sicura che cresceranno nell’armonia, nonostante tutto». 

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