Porto Torres: gestione al Comune per salvare la Torre Aragonese
È in completo stato di abbandono da troppo tempo, non più fruibile e fuori dal circuito delle visite di Monumenti ApertiPer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
È come assistere ad una lenta agonia, un monumento simbolo identitario della città di Porto Torres, dove a regnare è il degrado in contrasto con la sua bellezza. La torre Aragonese, l’unica a pianta ottagonale tra le torri che si affacciano lungo le coste del Mediterraneo, è in completo stato di abbandono da troppo tempo, non più fruibile e fuori dal circuito delle visite di Monumenti Aperti.
Il sindaco Massimo Mulas più volte aveva avanzato la richiesta all’Agenzia del Demanio per ottenere la consegna al Comune, con la proposta di assumere a carico dell’ente gli oneri della gestione del monumento, trattative che sembrano aver trovato una soluzione positiva.
«La disponibilità da parte dell’Agenzia del Demanio a concedere all’amministrazione comunale la gestione della Torre Aragonese è frutto di un dialogo costruttivo, in particolare con la direttrice Rita Soddu, su questa e altre tematiche per le quali i nostri due enti si rapportano con interlocuzioni periodiche e cadenzate», ha riferito in aula il primo cittadino. «Attraverso una concessione pluriennale potremo procedere con una pianificazione idonea a intercettare le risorse necessarie per dare risposte in termini di riqualificazione e fruibilità di quello che è un importantissimo bene identitario della città e che merita dunque tutta l’attenzione possibile».
La torre Aragonese edificata a protezione del porto nel 1325 per volontà dell’ammiraglio Francesco Carroz, in seguito all’occupazione aragonese della Sardegna, il prossimo anno compie 700 anni di storia, un tempo lungo in cui l’opera distruttrice avanza inesorabile. Negli ultimi anni la struttura è stata ripetutamente vandalizzata, vetri e finestre rotti, la porta divelta con accesso off limits, guano di piccioni dappertutto, materassi abbandonati ovunque e le scale degradate. Attorno è un cumulo di rifiuti. La torre è anche uno simboli della lotta operaia dopo che per un anno e mezzo – dal gennaio 2010 al giugno del 2011 – diventò anche l’avamposto dei cassintegrati della Vinyls nella protesta per la difesa del lavoro. Ha subito “violenza” anche nell’ultimo restauro completato intorno al 1985, quando la torre, alta 16 metri, fu intonacata in maniera impropria, un lavoro che il critico d’arte Vittorio Sgarbi, durante una visita in città, definì «orribile».