Oltre 500 persone ieri in piazza d’Italia a Sassari per chiedere il cessate il fuoco in Ucraina e l’avvio di seri negoziati di pace a un anno esatto dall’invasione russa.

Sotto il cappello di Europe for peace, 14 sigle hanno aderito all’iniziativa in contemporanea con altre nazioni europee e circa cento città italiane. Una mobilitazione riproposta a pochi mesi di distanza dalla precedente ma con un’affluenza più cospicua.

«Siamo molti di più - afferma Franco Uda, presidente Arci Sassari - ma è il popolo italiano, statisticamente oltre il 60%, a essere contro la guerra». Presente in piazza una platea anagraficamente trasversale che chiede lo stop al conflitto.

«Deve essere l’Onu - dichiara Massimiliano Muretti, segretario generale Cgil Sassari - a prendere l’iniziativa e ad attivarsi per la pace». Il timore, tra i manifestanti, è che la guerra si allarghi ben oltre i confini russo-ucraini.

«Le persone si sono rese conto che non si tratta di qualcosa di passeggero - riferisce Claudia Fenu di 6000 Sardine - sono tutti più preoccupati perché questa guerra sembra alle porte di casa nostra». Tra le sigle partecipanti anche Emergency: «Siamo stati in Ucraina - informa Rita Diez, referente della sezione sassarese - e abbiamo visto che è molto difficile intervenire. Stiamo valutando una nostra iniziativa e di sicuro non lasceremo da parte queste persone».

Le altre associazioni organizzatrici sono Anpi, Acli, Borderline, Caritas, Comitato Fermiamo la guerra, Herth Gardeners, Mos, Noi Donne 2005, Ponti non Muri, UdU.

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